Così va la vita.
(Kurt Vonnegut, Mattatoio n.5)
Incontrare così tante persone una volta all'anno, tutti gli anni, ha diverse implicazioni. Il piacere di ritrovarsi è legato anche alla consapevolezza dei cambiamenti intervenuti nella vita di ciascuno. Ci si aggiorna sulle novità, buone o cattive che siano, e si rivelano gli ineluttabili mutamenti causati dallo scorrere del tempo: qualche nuova ruga, un diverso taglio di capelli o addirittura meno capelli, chili che vanno e vengono, e così via. Alla domanda obbligata "come va?" rispondono quasi tutti con "eh! Finchè ci si vede va tutto bene!" Vorrebbero risultare spiritosi e saggi allo stesso tempo, in realtà stanno parlando in codice per dirti: "la prego, non mi faccia parlare...voglio soltanto passare qualche giorno in santa pace".
Quando non ci si vede, non si deve pensare subito al peggio ma succede. I clienti muoiono (o scelgono un hotel diverso, il che per molti albergatori è la stessa cosa), come ogni altro essere umano.
Proprio in questi giorni soggiorna in albergo una signora che ha perso il marito qualche mese fa. Erano nostri clienti da circa dieci anni. Lui era una delle persone più gioviali che abbia mai conosciuto. L'ultima volta che vennero insieme, l'anno scorso, era già malato ed i segni della terapia erano evidenti, così come l'affaticamento che lo pervadeva. Nonostante ciò non ha mai perso la voglia di scherzare e di stare in compagnia. Ti induceva a credere che, se c'era qualcuno che poteva farcela, erano quelli come lui. Quando ci salutammo dandoci appuntamento per l'estate seguente, credo che tutti quanti, noi e loro, ci domandammo se fosse davvero possibile.
Quando morì, l'inverno scorso, fummo avvisati dagli amici con i quali veniva al mare. Gli stessi che ci tenevano aggiornati sull'evolversi della malattia. Sapevamo che era una cosa seria ma la notizia ci lasciò storditi come lo scoppio di un grosso petardo.
I miei parteciparono al funerale, in un paese ai piedi dell'Appennino modenese, e tornarono a casa con un croccante di mandorle artigianale e una bicicletta da uomo usata ma ben tenuta. Mi è parsa una cosa strana ma anche inspiegabilmente bella. La solidarietà ha strani modi di essere ripagata.
Quando non ci si vede, non si deve pensare subito al peggio ma succede. I clienti muoiono (o scelgono un hotel diverso, il che per molti albergatori è la stessa cosa), come ogni altro essere umano.
Proprio in questi giorni soggiorna in albergo una signora che ha perso il marito qualche mese fa. Erano nostri clienti da circa dieci anni. Lui era una delle persone più gioviali che abbia mai conosciuto. L'ultima volta che vennero insieme, l'anno scorso, era già malato ed i segni della terapia erano evidenti, così come l'affaticamento che lo pervadeva. Nonostante ciò non ha mai perso la voglia di scherzare e di stare in compagnia. Ti induceva a credere che, se c'era qualcuno che poteva farcela, erano quelli come lui. Quando ci salutammo dandoci appuntamento per l'estate seguente, credo che tutti quanti, noi e loro, ci domandammo se fosse davvero possibile.
Quando morì, l'inverno scorso, fummo avvisati dagli amici con i quali veniva al mare. Gli stessi che ci tenevano aggiornati sull'evolversi della malattia. Sapevamo che era una cosa seria ma la notizia ci lasciò storditi come lo scoppio di un grosso petardo.
I miei parteciparono al funerale, in un paese ai piedi dell'Appennino modenese, e tornarono a casa con un croccante di mandorle artigianale e una bicicletta da uomo usata ma ben tenuta. Mi è parsa una cosa strana ma anche inspiegabilmente bella. La solidarietà ha strani modi di essere ripagata.
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