venerdì 1 giugno 2012

Una casa nuova



Chi intendesse continuare a seguire questo blog, potrà farlo al nuovo indirizzo www.levacanzedeglialtri.it. Dopo 3 anni di tirocinio su Blogger ho deciso di trasferirmi in una casa più grande, tutta mia. Il vecchio blog rimane on line (per ragioni tecniche ma non solo) e probabilmente ospiterà i link dei post pubblicati sul nuovo.
Il sito sarà un cantiere aperto per le prossime settimane e mi scuso fin da ora per eventuali errori, spostamenti, cancellazioni ecc.. In fondo quando si decide di arredare una casa nuova si va anche per tentativi. L'intento è quello di crescere e migliorare o almeno provarci.
Grazie a chi mi ha seguito fin qui, con la speranza che continui a farlo!

venerdì 18 maggio 2012

Vivere in un posto di vacanza


All'inizio di uno dei migliori film dell'ultima stagione, "Paradiso Amaro" con George Clooney, la voce fuori campo del protagonista esprime alcune considerazioni sul fatto di vivere in un luogo dove le persone vanno a trascorrere le loro vacanze: " i miei amici pensano che solo perchè abito alle Hawaii, io viva in paradiso".
Qui non siamo alle Hawaii ma spesso mi ritrovo bersaglio di affermazioni simili. Qualcuno mi guarda malinconicamente e con tono sconsolato dice: "che fortuna che avete voi" oppure "qui sì che si vive in pace!" o ancora "ma voi non avete di questi problemi...", riferendosi ad un problema in particolare ma sottintendendo ogni tipo di problema.
Alcuni arrivano ad essere più espliciti, o più curiosi, e capisci che non riescono nemmeno a concepire la vita in un posto di vacanza: "ma com'è nel resto dell'anno? Che cosa fate? Dopo l'estate partite anche voi?" come se una bella scenografia, un paesaggio gradevole e l'atmosfera di divertimento e relax che aleggia ovunque bastino per convincerli che non siamo come loro, che la nostra vita non è come la loro. E' fin troppo ovvio che non sia così anche se, inutile negarlo, vivere in un posto di mare è meglio che vivere in un popoloso e grigio quartiere di una periferia cittadina. Tuttavia, dopo un pò la smetti di sentirti più fortunato al riguardo. Come Clooney, che nel film dice: "sono 15 anni che non salgo su una tavola da surf". Io non ci sono mai neppure salito su una tavola da surf. Per una giornata, da ragazzino, ho provato a stare in piedi su un wind-surf ma con scarsi risultati.
Non abbiamo un nulla-osta per le difficoltà, nè l'immunità verso i problemi. La disperazione affoga nei porti invece, che so io, di buttarsi da un grattacielo o giù da un viadotto.
E' una questione cognitiva.
Quando mi trovo in mezzo alla folla di turisti mi succede di invidiarli per la loro spensieratezza, anche se so, come lo sanno loro, che dura solo per il tempo della vacanza. Io invece sono alle prese con mille impegni, responsabilità, pressioni.
Loro mi invidiano perchè credono che io viva tutto l'anno quello che a loro è concesso solo per una settimana o due. O perchè si convincono che qui al mare la vita sia più facile, qualunque cosa succeda. Perciò aveva ragione Tagore quando scrisse che " leggiamo il mondo in modo sbagliato e diciamo che esso ci delude".


mercoledì 9 maggio 2012

Proroga per gli adeguamenti alle norme antincendio: di che morte morire?



Con un atto definito "di buon senso", è stato prorogato il termine per presentare i requisiti minimi per accedere alla proroga degli adeguamenti alla normativa antincedio per gli alberghi (dicembre 2013). Tali requisiti avrebbero dovuto essere realizzati entro il mese di luglio, ora si andrà al 31 di ottobre.
Gli albergatori possono tirare un sospiro di sollievo? O prendere una boccata per prolungare l'apnea? Personalmente, sono per la seconda ipotesi.
Si parla di più di 400 alberghi in riviera (su 2700) che ancora devono adeguarsi alle misure antincendio previste dalla leggi italiane e comunitarie. So di strutture che non hanno mai fatto nulla al riguardo, soprattutto piccoli alberghi, che si troveranno ad affrontare una rivoluzione. Per molti sarà la fine. Di quei 400 prevedo che un buon 30 per cento chiuderà definitivamente i battenti alla fine di questa stagione. Forse qualcuno ha già deciso e si appresta ad iniziare come se fosse l'ultimo viaggio prima di mettere la nave in rimessa. Dover affrontare investimenti del genere in questi tempi, alla fine di una stagione che si preannuncia critica, farà la differenza tra il vivere e il morire. In pratica, si chiede ai topi di salire sull'arca insieme ai gatti per salvarsi dal diluvio incombente. Non si morirà affogati ma si passerà il tempo a cercare di fuggire dalle grinfie feline, in un ambiente senza vie di fuga. Se si sale a bordo che garanzie si hanno di recuperare l'investimento, pagare tutte le altre spese, lavorare di più, prima che arrivi il tracollo?
E dire che, da quanto posso ricordarmi, gli incendi negli alberghi della riviera sono stati pochissimi, soprattutto quelli di una certa gravità. Ci sono alberghi a Roma, Parigi, Londra, Madrid, che appena ci metti piede, capisci di essere spacciato se dovesse accadere qualcosa: legno fradicio, carta da parati intrisa di colla, mancanza di uscite di sicurezza, corridoi angusti e un 'espressione sulle facce del personale che dice: "amico, non contare su di me". Però si trovano in palazzi antichi, del Settecento o dell'Ottocento, e toccarli non si può.
Non voglio dire che non si debbano prendere le adeguate misure per eliminare o ridurre i rischi per la sicurezza delle persone negli alberghi e in generale negli ambienti pubblici. Credo anzi che si debba fare tutto il possibile. Noi abbiamo iniziato ad intervenire diversi anni fa e, anche se non abbiamo finito, siamo a buon punto. Però è stata una mazzata i cui effetti si fanno ancora sentire perchè si sommano a quelli della crisi, del cambiamento avvenuto nel settore del turismo nazionale e internazionale (ad esempio, i voli low-cost), dell'avvento dell' euro. 
Se è compito delle aziende lavorare per essere sempre competitive, assumendose anche i relativi oneri, è compito dello stato creare le condizioni affinchè questa competitività possa dispiegarsi pienamente. Senza prospettive di crescita è difficile affrontare passi così impegnativi.

martedì 1 maggio 2012

La tassa di soggiorno non perdona: Gabicce in secessione

Gli albergatori di Gabicce inneggiano alla secessione: promuoveranno l'indizione di un referendum per l'annessione alla Provincia di Rimini e quindi alla regione Emilia-Romagna  se l'amministrazione comunale della cittadina marchigiana decidesse l'introduzione della tassa di soggiorno. A loro dire, tale decisione confermerebbe una volta di più lo scarso interesse della loro regione per il settore turistico e produrrebbe un evidente gap di concorrenza con la confinante Cattolica.
Gabicce si unirebbe così ai comuni di Montecopiolo e di Sassofeltrio, che hanno già manifestato in maniera ufficiale l'intento di saltare il confine e abbandonare la Marche, come hanno fatto a loro tempo altri 7 comuni del Montefeltro: San Leo, Pennabilli, Novafeltria, Casteldelci, Sant'Agata Feltria, Talamello e Maiolo.
Si sta tanto male nelle Marche? Sinceramente credo di no e rimango sempre piacevolmente sorpreso dalle differenze che si trovano a pochi chilometri di distanza. Si respira un'altra aria e si vive a ritmi totalmente diversi. Non c'è la frenesia che anima le attività della riviera e nemmeno quell'aura di aspettative che circonda ogni iniziativa; non c'è la ricerca della novità o l'attenzione alle mode e alle tendenze. Noi siamo quelli con "una marcia in più", a lor stesso dire, almeno per certe cose che, se ripetute oltre il confine non funzionano più alla stessa maniera. Probabilmente è così nel settore turistico e dell'intrattenimento, non nel mondo delle aziende in generale. Al marchigiano non piace esporsi, mettersi in vetrina, come piace a noi romagnoli. Non amano mischiarsi ai forestieri, interagire con loro, scambiarsi esperienze. Preferiscono l'anonimato e la discrezione e danno il meglio chiusi tra 4 mura. Infatti eccellono nella manifattura e nell'artigianato. Nel comparto calzaturiero e del mobile sono tra i migliori in Italia e nel mondo e a me sembra che le loro aziende siano sempre più solide e fiorenti delle nostre, forse anche perchè non devono subire la "curva" della stagionalità, quella che caratterizza e condiziona la vita di qualsiasi persona, ente, aggregazione o industria della riviera. E forse non hanno modo di sperperare tutti i guadagni nelle innumerevoli distrazioni romagnole, anche se il sabato sera sulla statale da Pesaro verso Rimini si verifica puntualmente l'esodo dei marchigiani verso i luoghi e i locali della movida riminese.
Le ragioni dei comuni del Montefeltro, una zona ibrida da sempre (con influssi anche toscani), hanno risvolti di tipo culturale, pratico e logistico del tutto comprensibili. Per i loro abitanti è più facile raggiungere Rimini che Pesaro e infatti hanno sempre avuto come primo riferimento il centro romagnolo. Per Gabicce il discorso non è poi tanto diverso. Quando si parla di riviera romagnola si stendono i confini da Comacchio a Cattolica ma spesso vi si include anche Gabicce. Per mentalità, metodo e organizzazione Gabicce è parte integrante della riviera romagnola e lo dimostra proprio l'atteggiamento agguerrito dei suoi albergatori. Chi soggiornasse a Cattolica e a Gabicce non noterebbe alcuna differenza sostanziale; non si potrebbe dire lo stesso di chi provasse a soggiornare a Gabicce e poi a Pesaro o Marotta. Un altro mondo.

La tassa di soggiorno è stata introdotta dalla riforma per il federalismo di Bossi e Berlusconi come strumento ad uso e consumo degli enti locali per rendersi sempre più indipendenti dallo stato centralistico. La filosofia di fondo è quella dell' ognun per sè e, a pronunciarla e a sentirla pronunciare, si può anche provare una certa soddisfazione. Vogliamo essere tutti padroni a casa nostra, senza dover dipendere da nessun altro. Si cerca la divisione, la separazione, convinti di poter ottenere più soddisfazione e di non dover sempre contrattare ogni cosa o addirittura chiederla in concessione. Se lo scopo è quello di tutelare gli interessi particolari a discapito di quelli generali, allora bisogna anche mettere in preventivo che si guardi al giardino del vicino. Ma se tutti vogliono il loro giardino privato devono anche essere in grado di curarlo da sè.
Di certo, decidere l'introduzione della tassa di soggiorno a stagione turistica già avviata non è proprio un capolavoro di programmazione politica e amministrativa e, almeno da questo punto di vista, gli albergatori di Gabicce hanno tutte le ragioni per protestare.

sabato 21 aprile 2012

Estate 2012: la madre di tutte le stagioni



Quella che va ad incominciare è forse la stagione più incerta dai tempi della "mucillaggine". In queste ultime settimane, dopo il warm up pasquale, parlando con colleghi albergatori, commercianti, ristoratori, bagnini e altri esponenti di categorie che lavorano con il turismo, ci si interroga reciprocamente sullo scenario che si profila all'orizzonte.
I controlli sono già iniziati e si ripeteranno a tamburo per tutta l'estate. Si è sparsa la voce che la Guardia di Finanza abbia occupato interi alberghi in varie località della riviera. Si promettono anche spedizioni da parte dell'Ispettorato del Lavoro, dei Nas, di Carabinieri e Polizia. Al corso per tutor aziendale il consulente del lavoro incaricato della lezione, riferendosi alle visite in albergo degli ispettori, ha ammesso con spietato realismo: vi si faranno tutti.
Pare l'esercito di Mordor che si riunisce per dare l'assalto alla città-roccaforte di Minas Tirith, nella saga de Il Signore degli Anelli. 
Qualcosa si è già visto durante il fine settimana di Pasqua: il Green Bar di Riccione ha subìto la chiusura della cucina per gravi infrazioni alle norme che regolano la conservazione e la preparazione dei cibi e la cura dei luoghi di lavoro. Siccome un panino e una bibita lì si pagano cari, come un giorno di pensione completa qui da noi, mi è scappato un "ecchecazzo!" di indignazione. E' proprio vero che chi ha il pane non ha i denti!
Per complicare le cose e minare il morale, si è anche deciso di introdurre novità epocali come la trasmissione telematica delle schedine di pubblica sicurezza, di annullare la proroga per l'adeguamento alla normativa antincendio (a marzo!), di emanare una nuova normativa sul lavoro di apprendistato (in aprile!). La prima rata dell'IMU di giugno si pagherà con i soldi per le vacanze (per chi pensava di farle) e se anche rimanesse qualcosa, c'è la seconda in settembre. Nel frattempo, si decide di decretare la fine dei Buoni Vacanze (questa sarà l'ultima stagione), probabilmente perchè hanno capito che d'ora in avanti li avrebbero richiesti in massa.

sabato 31 marzo 2012

La Cina copia Rimini



I cinesi copiano Rimini e la riviera. Dov'è la novità? Forse nel fatto che questa volta non copiano qualcosa di nostro per rivendercelo a prezzo d'occasione ma per goderne essi stessi, a casa propria.Vogliono riprodurre alcune attrazioni e, in generale, ricalcare lo stile e l'organizzazione romagnoli. 
La Separ, società titolare dell' Italia in miniatura, è stata incaricata di realizzare non uno ma quattro parchi come quello di Torre Pedrera, oltre ad altri lavori sempre legati alla miniaturizzazione di luoghi e monumenti caratteristici. Anche per il modello di spiaggia sono previste fedeli riproduzioni sulle coste orientali. Così i cinesi avranno una Rimini tutta per sè. Questo è un bene o un male?  A ben vedere, gli unici cinesi che si vedono dalle nostre parti hanno un ristorante, un negozio o un banco al mercato. In spiaggia, se ne vedi uno, è lì per farti un massaggio (non si sa con quali conseguenze). Mai vista una famiglia cinese sotto un ombrellone o a bordo di un pedalò. Non vengono qua per spendere ma per incassare, mettendosi in feroce concorrenza con gli italiani. Quindi non ci rimettiamo nulla. Si dice spesso: aiutiamoli a casa loro! Non che abbiamo bisogno del nostro aiuto, se mai è l'esatto contrario. L'unica mia perplessità riguarda il fatto che, mentre il modello romagnolo qui sta arrancando, in Cina potrebbe fare faville!

sabato 24 marzo 2012

Senza più Elio Pagliarani e Tonino Guerra




Nel giro di un paio di settimane se ne sono andati due romagnoli illustri: Elio Pagliarani e Tonino Guerra. Entrambi originari della provincia di Rimini.
Guerra era sicuramente più noto, non solo per l'amicizia e il sodalizio con Fellini. Quello spot pubblicitario per una catena di negozi di elettronica, inneggiante all'ottimismo, lo aveva reso riconoscibile anche a chi non aveva mai letto una sua poesia o non aveva mai visto un suo film.
Pagliarani era un intellettuale militante, accademico, che forse si è confrontato più con la critica che con il pubblico. Come Fellini aveva scelto di lasciare la sua terra e di costruire la propria fortuna altrove. Guerra invece non se n'è mai distaccato e ha fatto della "romagnolità" un suo tratto distintivo. Questo non è una colpa, nè un merito. Ci sono persone che hanno bisogno di allontanarsi per esprimersi, altre che riescono a farlo solo vicino a casa. Quello che conta è ciò che hanno da dire.

domenica 18 marzo 2012

Arriva la mega multa per gli alberghi pirata



Nell'estate del 2010 le cronache riportarono con giustificato clamore le vicende legate ad alcuni alberghi di Rimini, che misero a dura prova la reputazione di tutto il settore. Sembrava che qui tutti fossero impazziti e che la riviera si fosse trasformata in una trappola per turisti. Non uno, bensì tre hotel erano finiti nell'occhio del ciclone per aver perpetrato ogni genere di nefandezza, ai danni dei loro ospiti e del personale che ci lavorava: clienti intossicati, dipendenti non pagati così come i fornitori. Si trattava dell' Hotel Mosè e dell'Hotel Zodiaco di Torre Pedrera e dell'Hotel Maracaibo di Rivazzurra. Intestati a società diverse, facevano capo ad un unico tour operator, il Costa Romagna Hotels (è evidente che il nome Costa non porta fortuna) il quale a sua volta risulta in quota alla società Royal Holiday.
Ora è arrivato il conto da parte dell'ispettorato del lavoro che ha concluso le verifiche ed è un conto salato, di poco meno di 1 milione di euro.
Per come la vedo io, è troppo poco. Non mi riferisco all'ammontare della sanzione ma al fatto che una multa, seppur pesante, non basta. Bisognerebbe impedire che certi soggetti (persone o società) possano continuare ad operare quando dimostrano di volerlo fare al di fuori di ogni legge e di ogni controllo, inseguendo il solo scopo del guadagno ad ogni costo.
I clienti e i dipendenti di quegli alberghi si sono imbarcati senza saperlo su imbarcazioni pirata e sono stati depredati di tutto: del diritto di trascorrere una bella vacanza o almeno di ottenere il servizio pagato, di quello di essere retribuiti per il lavoro svolto, del rispetto e della salute in qualche caso.
Nulla è successo per caso. Alla base di tutto c'era una politica di gestione ben precisa che non è esagerato definire criminale (e chissà che non si scopra che la criminalità organizzata c'entri davveri in questa storia): tra il personale dipendente solo i cuochi venivano pagati, tutti gli altri non hanno visto un euro e parliamo di un centinaio di persone. Stesso discorso per i fornitori. La ricostruzione del quadro complessivo è stata possibile grazie alla collaborazione dei direttori delle strutture, proprio come avviene con i "pentiti".
Per quanto spiacevole, credo che questa vicenda ci abbia anticipato lo scenario verso cui siamo diretti, a meno di non prendere gli adeguati provvedimenti. In un certo senso si è trattato di un avviso di allarme.
La crisi concentrerà sempre più strutture nelle mani di società o di gruppi. La gestione dei singoli è già in grande sofferenza ed è destinata a calare sempre di più. La gestione familiare che ha fatto le fortune della riviera romagnola non sarà più la regola del settore. Questo non vuol dire che non si possa fornire un servizio decente ma chi vuole andare in vacanza solo per essere trattato con decenza?

sabato 10 marzo 2012

Minimoto, maxibotto


Romagna terra di motori e dolori. L'abbinamento si è verificato per l'ennesima volta in uno dei tanti kartodromi della nostra riviera. Un 35enne di Cattolica è in gravi condizioni dopo essersi schiantato contro i copertoni a bordo pista in un mini circuito di Riccione.
Ormai ogni località ne ha almeno uno che viene utilizzato per ogni genere di competizione: dai kart alle minimoto, fino alle automobiline radiocomandate. 
Su asfalto o su terra battuta, c'è ne per tutti i gusti.
A volte, durante l'inverno, mi capita di vedere giovani papà che assistono i figli mentre si allenano in parcheggi deserti: vanno avanti e indietro dentro un casco che mette a repentaglio il loro fragile equilibrio ad ogni curva. Qualcuno ha il piglio dell'addestratore di cani, altri sembrano accontentarsi di far scorrazzare il piccolo in un ambiente dove i pericoli sono ridotti al minimo (altrimenti chi la sente la moglie se lo dovesse riportare a casa ammaccato...tantopiù che coi soldi della minimoto ci scappava il divano nuovo).
I problemi maggiori sorgono quando sono gli stessi papà a volersi cimentare.
Non riesco ad abituarmi a quei corpaccioni sopra scoppiettanti moto giocattolo. Non posso fare a meno di pensare ai cartoni animati o ai clown del circo, quelli che pedalano minuscole biciclette intorno alla pista.
In riviera gli adulti possono legittimamente comportarsi come bambini e nessuno lo fa notare, anzi è tutto perfettamente normale. A parte il fatto che se si cade ci si fa male...anche a meno di 70 all'ora, come nel caso delle minimoto. E ci si può sorprendere a pensare: ma chi me l'ha fatto fare?

martedì 28 febbraio 2012

Mancava giusto il dinosauro, ora ci siamo tutti!



Resti di un dinosauro sono stati trovati in una cava a Secchiano, nel comune di Novafeltria, in Valmarecchia. Ci si aspetta qualunque cosa dalla riviera e dai suoi paraggi ma credo che un fatto come questo non fosse nemmeno lontanamente immaginabile.
La scoperta è avvenuta alcuni mesi fa, solo in questi giorni è stata resa nota, alla fine del ciclo di accertamenti scientifici necessari, effettuati presso il Museo della Regina di Cattolica.
La datazione dei resti è stata fatta risalire ad un periodo che va dai 65 ai 90 milioni di anni fa, corrispondente al periodo cretaceo, quello in cui le acque che ricoprivano la crosta terrestre avevano iniziato a ritirarsi in maniera evidente ma non definitiva: a quanto pare infatti, si dovrebbe trattare di un rettile marino, un predatore.
Fa uno strano effetto sapere che a pochi chilometri da casa tua erano sepolti dei dinosauri. E' come se tutto ciò che ti circonda assumesse un nuovo significato, o perlomeno una nuova sfumatura tra le molte possibili. Per un attimo ci si svela il lunghissimo cammino che ci ha portati fino a qua, un cammino ignorato, eluso, snobbato, sottomesso al presente. E da oggi, a maggior ragione, potremo dire ai turisti che qui non manca niente: sono già allo studio i modi per poter valorizzare la scoperta a fini promozionali. Non arrivo ad immaginare che nasceranno dei parchi ad hoc, ma in quelli già esistenti si potrà intervenire in modo mirato, ad esempio intitolare al bestione uno scivolo di Aquafan, o inserire un esemplare in scala tra i monumenti dell'Italia in Miniatura.
Per anni il parco di Fiabilandia a Rivazzurra di Rimini ha ospitato il King Kong di Carlo Rambaldi, quello usato per il film omonimo di John Gullermin del 1976 e per il quale Rambaldi vinse il primo dei suoi 3 Oscar nella categoria degli effetti speciali. Era disteso sotto un grande tendone e lo si poteva osservare camminandoci intorno. Lo vidi da bambino e mi fece una grande impressione. Non so dove sia finito adesso ma se il suo spazio è ancora libero ha trovato un nuovo inquilino!

venerdì 13 gennaio 2012

Schedine di pubblica sicurezza in rete



Da quest'anno sarà obbligatorio compilare ed inviare in via telematica le schedine di pubblica sicurezza di chi si registra in una struttura alberghiera.
Tale procedura è disponibile già da qualche anno ma fino ad oggi solo una piccola parte delle strutture vi aveva aderito (470 su un totale di 2700).
Si afferma che la modalità di registrazione on line, con invio dei dati in automatico alla questura, sia l'unico modo per individuare in tempi brevissimi eventuali criminali latitanti che scelgano gli hotel e i residence della riviera per nascondersi o, vai a sapere, per passare le vacanze.
Dubito che un ricercato dalla giustizia scelga volontariamente di rendersi individuabile consegnando i propri documenti (autentici) alla reception di un albergo, contando solo sul fatto che la sua schedina si confonda con le migliaia che ogni giorno pervengono alle autorità di p.s.. Sarebbe molto più facile utilizzare uno dei tanti appartamenti, affittato ad un prestanome e non soggetti ai tanti controlli a cui sono invece sottoposti gli alberghi. Ma siamo nell'era dei computer ed è giusto abbandonare i vecchi sistemi se i nuovi consentono di risparmiare tempo, fatica e denaro. E poi, diciamolo pure, i latitanti più ricercati da oggi sono gli evasori e si sa che la riviera è un terreno di battaglia formidabile in tal senso. Le schedine di p.s. sono uno strumento prezioso per i controlli incrociati in campo fiscale. Non sarà nemmeno più necessaria la firma del cliente: basterà compilarla con gli estremi di un documento e inoltrarla al portale della questura. Meglio di così...

giovedì 5 gennaio 2012

Ode alla Provincia di Rimini - parte 2

Dal rimorchio a punti si passa a questioni più serie. Come il Capodanno Rai che quest'anno è sfumato per mancanza di fondi e che ha rappresentato un "brutto colpo per i veri poteri che contano a Rimini", riuniti in "confederazioni e congreghe" e assoggettati all'unica divinità esistente: il Turismo, declinato in modo duplice, a seconda della stagione. D'estate al mare e d'inverno in fiera. A questo punto Irdi, forse vittima della febbre da stereotipo, osa affermare che "da giugno in poi ce n'è per tutti e da 145 mila abitanti si passa a mezzo milione con i giovani figli dei contadini e operai dell'entroterra che vengono a far la stagione in ristoranti, discoteche e pescherie" (pescherie?). Magari fossero ancora quei tempi! A parte il dubbio che i contadini esistano ancora sulle nostre colline...nel caso hanno sicuramente aperto un agriturismo; e gli operai? Possono ancora permettersi di avere figli? E' già tanto se riescono a tenersi il lavoro.
Gli unici figli che si presentano per chiedere di fare la stagione sono quelli degli extracomunitari che stanno imparando la stessa lezione dei nostri nonni: si parte da zero e ogni genere di lavoro va bene per tirare avanti. I nipoti di quei nonni  hanno rinunciato alla stagione già da un pezzo.
Ma il dio Turismo non può fermarsi e passa sopra a tutto, anche alla tranquillità di chi vorrebbe dormire ed è invece costretto a restare sveglio a causa della musica dei locali e alla vitalità del popolo della notte: " L'anno scorso è rimasta memorabile la battaglia con un bar della riviera che sparava musica tecno a palla fino alle cinque del mattino. I vicini hanno pianto di gioia quando il giudice ha sequestrato l'impianto stereo. Il giorno dopo, quelli del bar ne avevano uno nuovo di zecca in perfetta forma. Nuovo sequestro. Nuovo impianto e così via."
Ma non basta. " L'argomento ontologico che testimonia l'esistenza del dio Turismo è però nell'onda di merda che con le piogge d'estate plana sulla battigia." Uno scricchiolio assordante che testimonia quanto la riviera sia invecchiata o, se vogliamo, si sia trascurata in questi anni di tagli e di rinunce. Le fogne che si riempiono e che straripano sulle strade e in mare, il peggior spot della riviera dai tempi della mucillagine.
Lo sguardo si sposta in collina, ai comuni marchigiani della Valmarecchia che con referendum hanno sancito l'annessione alla provincia di Rimini e alla regione Emilia-Romagna. Guai però a chiamarli entroterra, perchè come precisa il sindaco di Pennabilli, "presuppone il punto di vista della riviera". Però pretendono di essere riconosciuti come l'alternativa allo svago marittimo e discotecaro, ed è anche giusto, nessuno lo nega.
Non poteva mancare l'accenno a San Marino, altra patata bollente di questo 2011. "Rimini divide con Chiasso il record italiano di circolazione di banconote da 500 euro". Anche in questo caso, il giornalista si dimostra poco attento rispetto agli ultimi sviluppi. Diciamo che è arrivato con qualche mese di ritardo ma lo si può perdonare. "Il sanmarinese è amorevolmente odiato perchè più ricco, perchè non paga le tasse e girerebbe col Suv anche sulle aiuole del parco pubblico, perchè è strafottente e tratta con degnazione i circo duemila italiani che ogni mattina vanno a lavorare nella sua piccola repubblica". C'è molta verità in tutto questo, com'è vero che tutti i riminesi che non sono soliti trafficare con San Marino sarebbero d'accordo nel "dichiarare guerra e spedire un battaglione di Lagunari". Però anche lassù ormai non tira una buona aria, grazie soprattutto a Tremonti. Banche, finanziarie e varie aziende sono andate fallite e per un pò ci sarà qualche strafottente in meno sulle strade della riviera. Non saranno contenti al Pepe Nero, il night club più grande della riviera, che accoglie sempre volentieri chi ha qualche banconota da 500 da spendere ai tavoli e tra i pali della lap-dance. La citazione non può mancare, così come una rapida analisi sul fenomeno della prostituzione che qui per qualche anno è stato un fatto culturale con il puttan-tour che soddisfaceva ogni tipo di offerta.. Adesso è una faccenda di ordine pubblico: chi viene sorpreso ad accostare una signorina rischia grosso, gli fanno un accertamento fiscale al volo, come se farsi una sveltina in macchina sia segno di una capacità contributiva nascosta, al pari di chi si compra il Suv o lo yacht. Non riuscendo ad ottenere la dichiarazione dei redditi dai potenziali contribuenti, hanno deciso di farsela da sè, sul posto. Ma la crisi è arrivata anche lì ed è una corsa al ribasso, come testimonia Valentina, una prostituta rumena che lavora in strada ma col cellulare: " Io prendo 50 euro in macchina e coperto, cioè col preservativo, ma quelle più giovani la danno via a 30 e anche meno...".
Che idea ci si può fare della nostra provincia dopo aver letto il servizio? Non molto buona, temo. Tuttavia, a parte qualche grossolana esagerazione e qualche imprecisione (Santarcangelo non si scrive con l'apostrofo) non si può negare che il quadro corrisponda a verità. Io non lo farò. E anche se la provincia come ente locale territoriale scomparirà, certe cose resteranno e forse peggioreranno perchè ognuno vorrà fare da sè. Quello che mi dispiace di più è vedere che perdiamo il confronto con altre province. Forse perchè nessuna di loro si è spinta tanto in alto, perciò non rischia di fare un gran tonfo al momento di cadere.
Il mio più grande rammarico è che, quando ci hanno fatto provincia, noi non lo eravamo più. Ci siamo atteggiati a metropolitani, ad internazionali, ma era più che altro una recita perchè siamo nati nei borghi e nei casali di campagna e da lì siamo scesi fino al mare. Abbiamo perso l'ingenuità dei provinciali e insieme ad essa anche l'innocenza. Non dovremmo vergognarci di tornare indietro per recuperarne un pò, soprattutto adesso che ci si deve reinventare per poter stare ancora sulla piazza. A sentire quelli che hanno girato un pò, il romagnolo vince su tutti. Sul ligure, sul toscano, sul veneto, sul siciliano, sul pugliese...Ci dicono sempre che abbiamo una marcia in più e dovremmo cercare di non perderla, anche se la strada si è fatta in salita ed è piena di trabocchetti.

mercoledì 4 gennaio 2012

Ode alla Provincia di Rimini - parte 1

Il Venerdì di Repubblica n.1241 del 30 dicembre 2011 ha dedicato la copertina, ed un ampio servizio all'interno, ai "provinciali", vale a dire alle province italiane di cui si annuncia da mesi l'abolizione.
Parole di commiato per un'istituzione ritenuta ormai superflua, inutile e troppo dispendiosa per le casse collassanti dello stato. Nel momento del congedo, è d'uso ripercorrere la storia e spendere qualche parola benevolente e lo si fa prendendo ad esempio 7 città (in ordine geografico): Cuneo, Voghera, Rimini, Jesi, Perugia, Benevento, Partinico. Di queste solo 4 sono capoluoghi di provincia ma tutte sono considerate rappresentative di una realtà, quella provinciale appunto, che è nata ben prima dello stato unitario.
L'argomento mi interessa e ho una mia opinione al riguardo ma ho deciso di occuparmene qui soprattutto per capire come ci considerano gli altri: che cosa rappresentano Rimini e la sua provincia per gli italiani? Leggendo il servizio di Luigi Irdi, non possono restare molti dubbi. Il titolo è indicativo e riassume perfettamente il succo del discorso: Nella riviera del rimorchio la valdostana vale più della milanese. Pur afferrandone subito il senso, per un momento mi sono cullato nell'illusione che si parlasse di bistecche. 
Le etichette, in senso generale, non mi piacciono, quelle vecchie e ingiallite ancora meno perchè quando si prova staccarle si rimane con un pezzettino in mano e bisogna lavorare di unghia e non solo, perchè un velo di colla e pulviscolo di carta rimangono attaccate alla superficie, come una crosta, una ruggine che pare non voler sparire mai più.

Le emittenti televisive locali sono gli specchi utilizzati dagli autori dei vari servizi per osservare le diverse realtà provinciali. Per Rimini è stata scelta (e non se ne poteva fare a meno) Rete 8 Vga - TeleRimini, con la sua trasmissione In zir par la Rumagna, da 35 anni in onda tutte le domeniche alle 12.
Da bambino la domenica pranzavo sempre con i miei nonni e la tv era sintonizzata puntualmente su Vga TeleRimini. Rimini non era ancora provincia e lo sarebbe diventata solo diversi anni più tardi. Tuttavia, per noi tutti Forlì non era che un paio di lettere sulle targhe delle auto. Ci erano molto più familiari i tedeschi o i milanesi che ogni estate scendevano per le vacanze al mare. Rimini era solo un "circondario" per la burocrazia statale ma era l'unico riferimento conosciuto e accettato, da ogni punto di vista. 
La discriminazione tra terra e mare qui da noi trascende l'aspetto geografico. In occasione di una delle ultime partite di calcio tra Cesena e Rimini, i cesenati rivendicavano con uno striscione la loro originalità di romagnoli, tacciando i riminesi di essere popolo di confine: Riminese marchigiano, il tuo derby è con il Fano; o ancora: Benvenuti in Romagna. I riminesi da par loro rispondevano con uno spettacolare Noi al mare con le fighe in tanga, voi nei campi con zappa e vanga (ringrazio la fonte: Il Giornale del Passatore).  E qui ci riagganciamo al titolo del servizio di cui sopra, e alle etichette che evidentemente qualcuno porta in giro con orgoglio, come le mostrine di un generale.
Io non andavo pazzo per In zir par la Rumagna e se devo essere sincero fino in fondo (anche a costo di venir disconosciuto e diseredato) non ho mai sopportato i lisci, i valzer, le mazurke e tutti i balli tipici locali. Il suono della fisarmonica mi mette angoscia, non ci posso fare niente. Ciò non mi impedisce però di guardare con ammirazione a tutti quei ragazzi che fin da bambini si cimentano con il ballo, con lo spirito e i sacrifici di atleti professionisti, spesso scontrandosi con la disapprovazione dei loro coetanei che ad una certa età può rivelarsi psicologicamente devastante. La melodia non mi acchiappa ma lo sforzo, la concentrazione, l'abilità tecnica degli interpreti spesso mi ammalia.
Vedendo con quanta attenzione e partecipazione i miei nonni seguivano la trasmissione, anche io lo vivevo come un appuntamento irrinunciabile e sono pure disposto ad ammettere che ha avuto un ruolo nella formazione della mia coscienza di romagnolo. Il suo autore-conduttore Tiziano Arlotti è citato per aver redatto "un testo imperdibile sul cazzeggio romagnolo: Bar Casale, storie di briscole, caffè corretti e birri in calore". Proprio il cazzeggio, come il servizio si preoccupa di specificare, "è una tassa fissa d'ingresso, una sorta di ecopass riminese come Federco Fellini, il Grand Hotel, Tonino Guerra in Valmarecchia e la piadina allo squacquerone..." E la forma più alta di cazzeggio è appunto considerata il rimorchio del birro, con la sua tabella dei punteggi che vede in cima la valdostana e in fondo la milanese, secondo il grado di reperibilità sulle spiaggie della riviera. In mezzo ci sono le romane perchè, al contrario delle lombarde, hanno "la puzza sotto il naso" e sono quindi un pò più difficili da convincere.
(continua)