sabato 31 marzo 2012

La Cina copia Rimini



I cinesi copiano Rimini e la riviera. Dov'è la novità? Forse nel fatto che questa volta non copiano qualcosa di nostro per rivendercelo a prezzo d'occasione ma per goderne essi stessi, a casa propria.Vogliono riprodurre alcune attrazioni e, in generale, ricalcare lo stile e l'organizzazione romagnoli. 
La Separ, società titolare dell' Italia in miniatura, è stata incaricata di realizzare non uno ma quattro parchi come quello di Torre Pedrera, oltre ad altri lavori sempre legati alla miniaturizzazione di luoghi e monumenti caratteristici. Anche per il modello di spiaggia sono previste fedeli riproduzioni sulle coste orientali. Così i cinesi avranno una Rimini tutta per sè. Questo è un bene o un male?  A ben vedere, gli unici cinesi che si vedono dalle nostre parti hanno un ristorante, un negozio o un banco al mercato. In spiaggia, se ne vedi uno, è lì per farti un massaggio (non si sa con quali conseguenze). Mai vista una famiglia cinese sotto un ombrellone o a bordo di un pedalò. Non vengono qua per spendere ma per incassare, mettendosi in feroce concorrenza con gli italiani. Quindi non ci rimettiamo nulla. Si dice spesso: aiutiamoli a casa loro! Non che abbiamo bisogno del nostro aiuto, se mai è l'esatto contrario. L'unica mia perplessità riguarda il fatto che, mentre il modello romagnolo qui sta arrancando, in Cina potrebbe fare faville!

sabato 24 marzo 2012

Senza più Elio Pagliarani e Tonino Guerra




Nel giro di un paio di settimane se ne sono andati due romagnoli illustri: Elio Pagliarani e Tonino Guerra. Entrambi originari della provincia di Rimini.
Guerra era sicuramente più noto, non solo per l'amicizia e il sodalizio con Fellini. Quello spot pubblicitario per una catena di negozi di elettronica, inneggiante all'ottimismo, lo aveva reso riconoscibile anche a chi non aveva mai letto una sua poesia o non aveva mai visto un suo film.
Pagliarani era un intellettuale militante, accademico, che forse si è confrontato più con la critica che con il pubblico. Come Fellini aveva scelto di lasciare la sua terra e di costruire la propria fortuna altrove. Guerra invece non se n'è mai distaccato e ha fatto della "romagnolità" un suo tratto distintivo. Questo non è una colpa, nè un merito. Ci sono persone che hanno bisogno di allontanarsi per esprimersi, altre che riescono a farlo solo vicino a casa. Quello che conta è ciò che hanno da dire.

domenica 18 marzo 2012

Arriva la mega multa per gli alberghi pirata



Nell'estate del 2010 le cronache riportarono con giustificato clamore le vicende legate ad alcuni alberghi di Rimini, che misero a dura prova la reputazione di tutto il settore. Sembrava che qui tutti fossero impazziti e che la riviera si fosse trasformata in una trappola per turisti. Non uno, bensì tre hotel erano finiti nell'occhio del ciclone per aver perpetrato ogni genere di nefandezza, ai danni dei loro ospiti e del personale che ci lavorava: clienti intossicati, dipendenti non pagati così come i fornitori. Si trattava dell' Hotel Mosè e dell'Hotel Zodiaco di Torre Pedrera e dell'Hotel Maracaibo di Rivazzurra. Intestati a società diverse, facevano capo ad un unico tour operator, il Costa Romagna Hotels (è evidente che il nome Costa non porta fortuna) il quale a sua volta risulta in quota alla società Royal Holiday.
Ora è arrivato il conto da parte dell'ispettorato del lavoro che ha concluso le verifiche ed è un conto salato, di poco meno di 1 milione di euro.
Per come la vedo io, è troppo poco. Non mi riferisco all'ammontare della sanzione ma al fatto che una multa, seppur pesante, non basta. Bisognerebbe impedire che certi soggetti (persone o società) possano continuare ad operare quando dimostrano di volerlo fare al di fuori di ogni legge e di ogni controllo, inseguendo il solo scopo del guadagno ad ogni costo.
I clienti e i dipendenti di quegli alberghi si sono imbarcati senza saperlo su imbarcazioni pirata e sono stati depredati di tutto: del diritto di trascorrere una bella vacanza o almeno di ottenere il servizio pagato, di quello di essere retribuiti per il lavoro svolto, del rispetto e della salute in qualche caso.
Nulla è successo per caso. Alla base di tutto c'era una politica di gestione ben precisa che non è esagerato definire criminale (e chissà che non si scopra che la criminalità organizzata c'entri davveri in questa storia): tra il personale dipendente solo i cuochi venivano pagati, tutti gli altri non hanno visto un euro e parliamo di un centinaio di persone. Stesso discorso per i fornitori. La ricostruzione del quadro complessivo è stata possibile grazie alla collaborazione dei direttori delle strutture, proprio come avviene con i "pentiti".
Per quanto spiacevole, credo che questa vicenda ci abbia anticipato lo scenario verso cui siamo diretti, a meno di non prendere gli adeguati provvedimenti. In un certo senso si è trattato di un avviso di allarme.
La crisi concentrerà sempre più strutture nelle mani di società o di gruppi. La gestione dei singoli è già in grande sofferenza ed è destinata a calare sempre di più. La gestione familiare che ha fatto le fortune della riviera romagnola non sarà più la regola del settore. Questo non vuol dire che non si possa fornire un servizio decente ma chi vuole andare in vacanza solo per essere trattato con decenza?

sabato 10 marzo 2012

Minimoto, maxibotto


Romagna terra di motori e dolori. L'abbinamento si è verificato per l'ennesima volta in uno dei tanti kartodromi della nostra riviera. Un 35enne di Cattolica è in gravi condizioni dopo essersi schiantato contro i copertoni a bordo pista in un mini circuito di Riccione.
Ormai ogni località ne ha almeno uno che viene utilizzato per ogni genere di competizione: dai kart alle minimoto, fino alle automobiline radiocomandate. 
Su asfalto o su terra battuta, c'è ne per tutti i gusti.
A volte, durante l'inverno, mi capita di vedere giovani papà che assistono i figli mentre si allenano in parcheggi deserti: vanno avanti e indietro dentro un casco che mette a repentaglio il loro fragile equilibrio ad ogni curva. Qualcuno ha il piglio dell'addestratore di cani, altri sembrano accontentarsi di far scorrazzare il piccolo in un ambiente dove i pericoli sono ridotti al minimo (altrimenti chi la sente la moglie se lo dovesse riportare a casa ammaccato...tantopiù che coi soldi della minimoto ci scappava il divano nuovo).
I problemi maggiori sorgono quando sono gli stessi papà a volersi cimentare.
Non riesco ad abituarmi a quei corpaccioni sopra scoppiettanti moto giocattolo. Non posso fare a meno di pensare ai cartoni animati o ai clown del circo, quelli che pedalano minuscole biciclette intorno alla pista.
In riviera gli adulti possono legittimamente comportarsi come bambini e nessuno lo fa notare, anzi è tutto perfettamente normale. A parte il fatto che se si cade ci si fa male...anche a meno di 70 all'ora, come nel caso delle minimoto. E ci si può sorprendere a pensare: ma chi me l'ha fatto fare?