martedì 28 aprile 2009

I primi e gli ultimi

Sono arrivati i primi clienti di quest'anno: la stagione è ufficialmente cominciata.
I primi ospiti e gli ultimi hanno un loro carattere emblematico. I primi sono quelli che ti mettono le manette, gli ultimi ti consegnano le chiavi per aprirle.
Questa volta è toccato ad un cliente abituale, così abituale da essere considerato per parecchio tempo un vero rompipalle. M. è mio coetaneo e viene da noi da quando era bambino. Inizialmente veniva accompagnato dai nonni e dal suo fratello gemello T. (gemelli eterozigoti, perciò non identici), poi ha continuato a venire anche da solo o con la fidanzata di turno. Per molti anni è stato il mio incubo personale. Contavo i giorni prima del suo arrivo e poi quelli prima della sua partenza. Il periodo coincidente con il suo soggiorno era il più stressante e sfiancante di tutta l'estate. Dovevo andare a correre con lui sulla spiaggia di buon mattino e la sera accompagnarlo a bere o a mangiare in giro per locali. Se appena provavo a balenare una scusa per evitarlo, non esitava a biasimarmi in pubblico. Non credo abbia mai veramente preso sul serio il fatto che dovessi lavorare. M. è il tipo di persona che ha sempre la battuta pronta, che commenta sarcasticamente il modo in cui si è vestiti o il taglio di capelli, che ti coglie in fallo per qualunque piccolezza e che non da alcun peso alle tue giustificazioni. Non ha pudore ne vergogna e gli piace essere al centro dell'attenzione.
Una mattina (non ricordo l'anno, ma eravamo entrambi adolescenti), arrivando in albergo trovai davanti all'ingresso una crocchia di persone in attesa. Erano tutti ragazzi del posto che conoscevo bene. Mi dissero che stavano aspettando M.. Raccontarono che la sera precedente aveva avuto una discussione con un loro amico al quale aveva sferrato una paurosa testata in pieno volto, lasciandolo a terra stordito e sanguinante. Vidi il poveretto qualche giorno dopo e pareva la vittima di un incidente stradale. Non ricordo cosa dissi per convincerli a desistere e a tornare a casa ma ci riuscì. Allo stesso tempo pensavo che la cosa migliore da fare per M. fosse quella di fare i bagagli e partire. Non si possono fare le vacanze in un posto dove la popolazione locale ti da la caccia.
Quando lo vidi gli chiesi le necessarie spiegazioni. Mi disse che era stato costretto a farlo perchè l'altro aveva fatto dei commenti sul suo codino, o forse gli aveva rivolto soltanto uno sguardo di troppo. Non lo so più con certezza. Non sembrava affatto pentito del suo gesto. Ci fu un chiarimento o qualcosa di simile ma dopo qualche giorno partì e non tornò per un paio d'anni. Temevo che prima o poi si potesse mettere in qualche guaio più grosso e forse ci andò vicino. Alla lunga invece, si dimostrò un ragazzo molto in gamba. Era sveglio e pieno di iniziativa, lavorò per un paio d'anni in Spagna, poi col padre che, a giudicare dai suoi racconti, era una persona molto meno matura e responsabile di lui e infine aprì un locale che rivendette dopo averlo valorizzato. Ne aprì un secondo che gestisce tutt'ora insieme alla compagna. Hanno due figli, una femmina di 7 anni e un maschio di 4 ai quali si aggiunge la figlia sedicenne di lei sola. Sono senza ombra di dubbio una bella famiglia. Sarò sincero: mi ha sorpreso e si è guadagnato tutta la mia ammirazione.
Adesso i suoi soggiorni sono molto più brevi e lui deve conservare le energie per i bambini. Gliene rimangono comunque a sufficienza perchè continua a pretendere di portarmi fuori per farmi bere intrugli al di fuori della mia portata e io ho rinunciato da tempo a cercare scuse.

giovedì 23 aprile 2009

TV in camera

Sto passando al vaglio tutti i televisori nelle camere. Controllo l'inclinazione delle mensole, stringo le cinghie di sicurezza, inserisco le batterie nei telecomandi e verifico il loro funzionamento. Devo anche regolare il volume e bloccarlo su un livello adeguato, in modo che non possa disturbare i vicini di stanza. So per certo che più d'uno mi chiederà di alzarlo, anche considerando il fatto che adesso per le strade c'è ancora calma e silenzio. Non sarà più così tra qualche settimana. Inoltre, ci sono le persone anziane con l'udito inesorabilmente compromesso. Quelli che faticano più degli altri a seguire la tv sono anche quelli che stentano di più a rinunciarvi.
Uno dei pochi meriti che riconosco alla televisione negli alberghi è che rende spaziose anche le camere più anguste. Accendi la tv e quelle quattro mura si allargano, sembrano meno opprimenti. A dire la verità ci sarebbe un rimedio anche migliore: restarsene fuori, magari giocando a carte o chiacchierando con qualcuno tuttavia per molti è più facile rifugiarsi nelle vecchie abitudini domestiche. Guardare la televisione è una comoda scappatoia dalle occasioni di socializzazione. Allora perchè non un libro? Con i libri i muri non soltanto si allargano ma scompaiono. Tuttavia i libri sono meno ruffiani della tv e richiedono concentrazione e partecipazione. A queste condizioni, molti si rassegnerebbero a socializzare.
Un giorno mi piacerebbe mettere in pratica un'idea che mi accompagna da qualche anno: appendere in tutte le camere una piccola mensola e stiparla di volumi di vario genere, da acquistare appositamente ai mercatini dell'usato. Sarebbe divertente sceglierli. Lascerei la libertà di portarseli a casa, non sia mai che voglia privare qualcuno del piacere di sapere come va a finire una storia. Anche così, ci sarebbe sicuramente chi deciderebbe coscientemente di rubarli però mi darebbe meno fastidio del furto di asciugamani, portaceneri o telecomandi. Di contro, non capita spesso che qualcuno lasci un libro in albergo, anche perchè sono pochi quelli che ne portano. Non credo all'esistenza dei "lettori da vacanze", chi ama leggere lo fa sempre e in ferie lo fa molto di più ma chi non è lettore perchè dovrebbe diventarlo per una o due settimane all'anno? Comunque, è più facile che si dimentichino un giacchetto, un costume, un capo di biancheria o un paio di scarpe. L'anno scorso un cliente partì lasciando in camera tutte le scarpe: le aveva sistemate sotto il letto e lì sono rimaste. Una volta arrivato a casa ci ha telefonato pregando che gliele spedissimo per posta quanto prima. E' stato uno dei pacchi più grossi che ho dovuto fare.

sabato 18 aprile 2009

Pronto a ricominciare (o quasi)

Sono in corso gli ultimi preparativi. Tra una settimana saremo ufficialmente aperti. Si ricomincia anche se a volte ho l'impressione di non aver mai finito. E' come se l'inverno fosse passato senza lasciare tracce. Rivedo la sala da pranzo con tavoli e sedie al loro posto, il salone con i divani e la tv, il bar con i liquori sui ripiani e i bicchieri rovesciati sul banco e mi sembra che sia sempre stato così, che nulla sia stato toccato da quando l'ultimo cliente se ne è andato.
Molti pensano che sia un vergognoso privilegio poter disporre di tutti questi mesi di inattività. Dicono: "quattro o cinque mesi di lavoro e il resto dell'anno a non far niente...potessi farlo io!"
Non è proprio così. A parte il fatto che ho un altro lavoro che mi tiene impegnato durante l'inverno e di cui scriverò in seguito, la storia del "dolce far niente" è una favola. Ci sono i lavori di ristrutturazione e ammodernamento innanzitutto, la ricerca di nuovi contatti, la tenuta della corrispondenza, la cura della pubblicità, i necessari aggiornamenti (corsi, fiere, ecc.). Qualcuno ne approfitta per andare a lavorare in montagna o all'estero, soprattutto tra i più giovani (e volenterosi). Ad ogni modo, dopo aver lavorato ad alti ritmi per diversi mesi, senza pause e senza orari fissi, inseguiti da mille preoccupazioni e cercando di tenere tutto sotto controllo, ci si deve fermare un pò o almeno si deve rallentare. Certo, ci sono anche gli hotel annuali, come nelle città, ma si fanno i turni e i clienti ci vanno solo a dormire. Ho immaginato spesso come potrebbe essere gestire uno di quegli alberghi: come regalare un cane ad un domatore di leoni.
A volte mi ritrovo ad invidiare chi ha un lavoro regolare, con uno stipendio e il sabato e la domenica liberi. Penso che sia una vita più adatta a me. Il guaio è che riesco ad adeguarmi ad ogni situazione, ho un'innata capacità di sopportazione e una grande pazienza. Maledizione!

lunedì 13 aprile 2009

Perchè un blog?

Considerando che ormai tutti ne hanno uno, non vedo perchè dovrei provare a giustificarmi ma lo farò ugualmente, non sia mai che passi per uno snob.
Qualche anno addietro, preso da una particolare quanto insolita forma di disperazione, mi misi a scrivere resoconti di quanto avveniva tra le mura dell' albergo che gestisco con la mia famiglia. Dopodichè li inviai per posta elettronica ad alcuni amici con la segreta ambizione di convincerli che, qualunque fosse la loro situazione, c'era chi se la passava peggio. Era più che altro un modo per tenermi in contatto con gli altri dato che la "stagione" obbliga ad una sorta di esilio dalle frequentazioni più comuni e alla rinuncia a qualunque tipo di distrazione.
Con mia grande sorpresa quelli che io consideravo piccoli sfoghi e diversivi per alleggerire giornate lunghe, calde e sfibranti, ebbero un alto gradimento. Tutti si dicevano molto divertiti ed inoltravano i miei racconti a colleghi e amici. Ad un certo punto mi ritrovai ad avere un piccolo pubblico che aspettava le ultime notizie dal fronte delle vacanze. Se ci ripenso mi dispiaccio di non essere stato più costante e di avere via via abbassato la frequenza dei miei contributi fin quasi ad azzerarli. Mi sono arreso alla fatica, allo stress, alla frustrazione e al sonno arretrato.
Ho deciso di rinnovare quell'abitudine e di sostituire la posta elettronica con un blog. Sarà molto più facile e stimolante sia per chi scrive che per chi legge. Ovviamente non mi rivolgo più soltanto ai miei amici e questo fa una grande differenza.
Prima di concludere questa premessa tengo a precisare alcune cose.
Questo blog non vuole esaltare, difendere o solo scusare la categoria degli albergatori. Dalle mie parti si usa dire che gli albergatori sono sempre dietro a lamentarsi e a piangere miseria. E' assolutamente vero ma io non sono qui per questo. Come ognuno avrà modo di verificare, i miei lamenti non avranno ad oggetto il denaro, il meteo, la proliferazione delle alghe o l'erosione dell'arenile. Non è da sciocchezze simili che dipende la sanità fisica e mentale di chi fa questo mestiere, credetemi.
Questo blog non vuole ledere la privacy di nessuno, quella dei miei clienti innanzitutto. Non farò mai nomi, al massimo riporterò le iniziali oppure li inventerò. Per quanto concerne i nudi fatti invece, non lavorerò mai di fantasia perchè non ce ne sarà alcun bisogno.