Sono in corso gli ultimi preparativi. Tra una settimana saremo ufficialmente aperti. Si ricomincia anche se a volte ho l'impressione di non aver mai finito. E' come se l'inverno fosse passato senza lasciare tracce. Rivedo la sala da pranzo con tavoli e sedie al loro posto, il salone con i divani e la tv, il bar con i liquori sui ripiani e i bicchieri rovesciati sul banco e mi sembra che sia sempre stato così, che nulla sia stato toccato da quando l'ultimo cliente se ne è andato.
Molti pensano che sia un vergognoso privilegio poter disporre di tutti questi mesi di inattività. Dicono: "quattro o cinque mesi di lavoro e il resto dell'anno a non far niente...potessi farlo io!"
Non è proprio così. A parte il fatto che ho un altro lavoro che mi tiene impegnato durante l'inverno e di cui scriverò in seguito, la storia del "dolce far niente" è una favola. Ci sono i lavori di ristrutturazione e ammodernamento innanzitutto, la ricerca di nuovi contatti, la tenuta della corrispondenza, la cura della pubblicità, i necessari aggiornamenti (corsi, fiere, ecc.). Qualcuno ne approfitta per andare a lavorare in montagna o all'estero, soprattutto tra i più giovani (e volenterosi). Ad ogni modo, dopo aver lavorato ad alti ritmi per diversi mesi, senza pause e senza orari fissi, inseguiti da mille preoccupazioni e cercando di tenere tutto sotto controllo, ci si deve fermare un pò o almeno si deve rallentare. Certo, ci sono anche gli hotel annuali, come nelle città, ma si fanno i turni e i clienti ci vanno solo a dormire. Ho immaginato spesso come potrebbe essere gestire uno di quegli alberghi: come regalare un cane ad un domatore di leoni.
A volte mi ritrovo ad invidiare chi ha un lavoro regolare, con uno stipendio e il sabato e la domenica liberi. Penso che sia una vita più adatta a me. Il guaio è che riesco ad adeguarmi ad ogni situazione, ho un'innata capacità di sopportazione e una grande pazienza. Maledizione!
Molti pensano che sia un vergognoso privilegio poter disporre di tutti questi mesi di inattività. Dicono: "quattro o cinque mesi di lavoro e il resto dell'anno a non far niente...potessi farlo io!"
Non è proprio così. A parte il fatto che ho un altro lavoro che mi tiene impegnato durante l'inverno e di cui scriverò in seguito, la storia del "dolce far niente" è una favola. Ci sono i lavori di ristrutturazione e ammodernamento innanzitutto, la ricerca di nuovi contatti, la tenuta della corrispondenza, la cura della pubblicità, i necessari aggiornamenti (corsi, fiere, ecc.). Qualcuno ne approfitta per andare a lavorare in montagna o all'estero, soprattutto tra i più giovani (e volenterosi). Ad ogni modo, dopo aver lavorato ad alti ritmi per diversi mesi, senza pause e senza orari fissi, inseguiti da mille preoccupazioni e cercando di tenere tutto sotto controllo, ci si deve fermare un pò o almeno si deve rallentare. Certo, ci sono anche gli hotel annuali, come nelle città, ma si fanno i turni e i clienti ci vanno solo a dormire. Ho immaginato spesso come potrebbe essere gestire uno di quegli alberghi: come regalare un cane ad un domatore di leoni.
A volte mi ritrovo ad invidiare chi ha un lavoro regolare, con uno stipendio e il sabato e la domenica liberi. Penso che sia una vita più adatta a me. Il guaio è che riesco ad adeguarmi ad ogni situazione, ho un'innata capacità di sopportazione e una grande pazienza. Maledizione!
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