lunedì 6 luglio 2009

Sparate sul pianista


Una delle figure tipiche della riviera è il cantante da piano bar in versione balneare. Intrattiene i clienti di un albergo o di un bar con la sua console elettronica a tastiera. Si esibisce da solo ma con tutto il potenziale di un'intera band musicale: basso, chitarra, batteria, fiati, violini ed effetti elettronici di ogni tipo. Si potrebbe quindi definirlo one man band. Il repertorio è quasi sempre lo stesso: valzer, tango, mazurca, liscio, polca, twist, e gli immancabili Anni '60 ( a proposito, per quanto tempo ancora dovremo sorbirceli?).

Non ricordo di aver mai visto uno di questi tipi nel mio albergo. Forse è accaduto quando ero molto piccolo o forse no. Mio padre ha fatto parte di un gruppo negli '60/'70 e in fatto di musica è sempre piuttosto esigente. Solo quelli davvero bravi potrebbero essere ingaggiati, altrimenti meglio allestire l'impianto stereo nel modo giusto e farlo lavorare con una compilation di brani accuratamente selezionati. In effetti, per molti anni la sera di Ferragosto si sgombrava la sala da pranzo accatastando tavoli e sedie contro le pareti, si allestiva una sorta di postazione da dj per la musica e via in pista. Per 2 o 3 anni abbiamo addirittura avuto un vero complesso che suonava dal vivo. Erano clienti abituali dell'albergo e si portavano gli strumenti insieme al costume e al telo da mare.

Chi fa spesso ricorso ad un professionista dell'intrattenimento canterino è l'hotel di fronte. Lavora molto con le agenzie e la "serata danzante" è compresa nel pacchetto a scadenze regolari, in genere in un giorno infrasettimanale.
Sarò sincero: non amo questo tipo di iniziative anche se comprendo benissimo la loro importanza nel modello romagnolo di vacanza. Buona parte della mia insofferenza deriva dall'avversione per un certo genere di musica e per l'ossessiva ripetizione del medesimo repertorio. Non c'è niente da fare: chiunque si presenti ha con sè la stessa lista di pezzi. Cambia soltanto l'ordine di esecuzione. Quelli più all'avanguardia ci inseriscono anche canzoni in inglese ma, immagino, costano di più.
Le sere in cui sento partire la musica dall'altra parte della strada sono più dure e più lunghe di tutte le altre. Ma se il volume non è troppo alto, se il/la cantante è abile, intonato e, magari ogni tanto, riesce ad infilare un pezzo inedito, riesco anche a sopportarlo.

Quando una sera di metà giugno di tre anni fa sentì partire la musica come una deflagrazione e, subito dopo, una sorta di lungo raglio d'asino, mi allarmai non poco. Cosa stava succedendo? L'avrei scoperto presto. Era il debutto di un nuovo intrattenitore, un ragazzo sui venticinque anni dallo spiccato accento pugliese. Aveva allestito la sua postazione ma al posto della tastiera elettronica multifunzione aveva un semplice notebook collegato all' impianto stereo. Mi ha subito dato l'idea dello studente che d'estate fa l'animatore per racimolare un pò di soldi e per far colpo sulle ragazze. Di sicuro, non poteva essere incluso nella categoria dell'one man band, anzi, dato che chi fa questo mestiere è quasi sempre una persona preparata e appassionata, temo che il nostro amico sia stato subito segnalato come una minaccia per la reputazione dell'intera categoria.
Non si limita ad eseguire canzoni. Dall'inizio alla fine è un fiorire di battute, allusioni, (anche pesanti), commenti sarcastici e punzecchiature, fino ad arrivare al gran finale con le barzellette in pieno stile berlusconiano. Insomma, l'intero repertorio dell'intrattenitore da villaggio turistico. Purtroppo per lui (e per noi) di Fiorello ne nasce 1 ogni 30 anni.
Quando canta è uno strazio: ululati, guaiti, squittii; per camuffare la totale mancanza di tecnica si lancia in dei falsetti insopportabili.

L'ultima esibizione risale alla domenica successiva alla Notte Rosa, i cui postumi erano perfettamente evidenti. Aveva regolato l'impianto con un volume più alto del solito, al limite della sopportazione, e se ne stava sbracato su una sedia a fissare con occhio spento le coppie di anziani che ballavano sbattendo tra i tavoli. Aveva rinunciato a cantare sulle basi musicali e si limitava a mandare le canzoni già bell'e pronte, inframmezzandole con battutine e commenti. Ho sentito con le mie orecchie un valzer molto patriottico sui caduti di Nassirya. Dove le va a pescare?
Ogni tanto fa partire la registrazione audio delle telecronache degli ultimi mondiali in Germania, soprattutto quelle dei gol di Grosso e Del Piero ai tedeschi, con Civoli che lotta con un infarto in arrivo.
A meno di cento metri di distanza, si stava celebrando la messa serale all'aperto, nel cortile della parrocchia. Devono essere stati momenti piuttosto imbarazzanti, con il sacerdote che recitava la liturgia nel tentativo di farsi capire dai fedeli (o perlomeno di farsi sentire) e questi ultimi che cercavano di mantenere un'aria assorta, come se si disponessero a cogliere il profondo significato di parole che non arrivavano mai perchè intercettate e abbattute dai versi e dagli sproloqui di quel senza-dio.
Confesso che più di una volta mi sono immaginato un cecchino che, dal tetto di uno dei palazzi circostanti, abbatteva l'infame proprio nel mezzo di uno dei suoi gargarismi vocali.

L'estate scorsa, proprio la sera di Ferragosto, la sua performance è stata provvidenzialmente interrotta da una clamorosa scenata di gelosia di un marito ubriaco che ha aggredito la propria moglie e l'occasionale compagno di ballo delle stessa nel corso di un giro di tango. Non escludo che la situazione fosse diventata così esplosiva proprio a causa di una battuta o un commento di troppo del nostro amico.
L'uomo ha trascinato la donna fin dentro l'ascensore e ha scatenato sulla poveretta una tempesta di sberle e cazzotti che hanno richiesto la chiamata del pronto intervento. Poi si è scoperto che non era così grave e ne è nata una discussione con gli operatori medici che, giustamente, hanno fatto osservare che la sera di Ferragosto devono occuparsi di ben altre emergenze. Avrei voluto dimostrare loro tutta la mia comprensione ma anche far loro osservare che un caso grave esisteva veramente: quel disgraziato con il notebook, da ricoverare all'istante!

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