mercoledì 7 settembre 2011

I costumi locali

Ormai da qualche anno non è insolito veder arrivare in hotel cittadini stranieri residenti in Italia. Spesso si tratta di un coniuge ma anche di un'intera famiglia. Oppure di badanti al seguito di anziani non completamente autosufficienti. 
Albanesi, marocchini, rumeni, ucraine....tutta gente che lavora e che vive stabilmente nel "nostro" paese e che ha abbracciato il nostro stile di vita. 
Molti sono convinti che queste persone, solo per il fatto di essere state accolte e di venir tollerate, dovrebbero limitarsi a lavorare e, al massimo, a lamentarsi. Invece eccolì qua a godersi il sole e il mare, a leccare un cono gigante e a spedire cartoline come un milanese o un bolognese qualunque. E qualcuno punta anche più in alto, come si vedrà.

Una piccola comitiva di rumeni è venuta a trascorrere un fine settimana in riviera. Erano in 5 e sono arrivati a bordo di un gippone Chrysler grigio metallizzato. L'organizzatore della trasferta, un muratore che vive in Italia da più di 20 anni, era stato consigliato e indirizzato presso di noi da un altro cliente perugino.
Il rumeno aveva appena un anno più di me ma a vederlo poteva essere scambiato per mio padre o mio zio. Ha iniziato facendo il manovale e adesso dirige una piccola impresa edile con operai alle sue dipendenze. Non ha perso l'accento rumeno ma il suo vocabolario è ricco di termini dialettali umbri come "fiolo/a", "gimo", " magnamo" ecc.. Per questa sua puntatina al mare della Romagna ha voluto invitare degli amici arrivati apposta dalla patria natìa, una famigliola composta da padre, madre e figlia (fiola) preadolescente. Il padre è un poliziotto nel suo paese e infatti aveva il tipico sguardo fisso, freddo e insensibile dei gendarmi dell'est Europa.
E poi c'era una mora vistosissima, dai lunghi capelli ricci sciolti sulla schiena  che si atteggiava a femme fatale. Era la sua compagna o almeno così pareva; andavano spesso in giro mano nella mano o a braccetto ma c'era qualcosa che stonava....a parte il dettaglio non trascurabile che lui era sempre in braghe corte e infradito mentre lei sfoggiava jeans attillati e zeppe di 10 cm. Non c'era l'intimità tipica di una coppia anche se lui si faceva in 4 per ogni minimo capriccio della bellona.
In questi casi si è soliti pensare che un tipo del genere che sta con una tipa del genere, non può far altro che assecondarla in tutto altrimenti sai quanto ci impiega lei a trovare un rimpiazzo....
Non passava giorno senza che lui ci girasse qualche richiesta particolare di lei: il pane integrale al posto di quello normale, i cibi cotti ai ferri invece che fritti o arrostiti, una grigliata di pesce con gamberoni che lui ha dovuto pagare a parte in quanto fuori dal menu e anche le bustine di tè dovevano essere selezionate con cura (solo perchè sulla bustina erano raffigurati dei fiori, pretendeva un tè di una grande distribuzione invece del più pregiato Lipton. " Perchè più naturale", si giustificava lui quando domandava il cambio di bustina. Potenza del packaging!).
Ad ogni modo, voci e illazioni avevano già iniziate a circolare: quella là non poteva che essere un putanùn, come si dice qui in Romagna. E la conferma è arrivata nel giro di pochissimo tempo: un'altra famiglia perugina (clienti abituali di lunga data) è arrivata in albergo e quando hanno visto la tipa l'hanno riconosciuta subito. Trattasi di una notissima entreneuse, accompagnatrice e via dicendo. Perciò era fin troppo chiaro che erà qui in missione.
Quello che mi ha colpito di più è stata la disinvoltura e l'aria disincantata di lui. Sembrava felicissimo e perfettamente a suo agio, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Oddio, magari lo è...ed è pur vero che ognuno è libero di fare quello che vuole ma io non posso fare a meno di domandarmi che idea si siano fatti tutti gli stranieri che sono arrivati in Italia. Vuoi vedere che pensano che frequentare escort o accompagnatrici che dir si voglia, fa parte dei costumi del luogo?


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