mercoledì 2 giugno 2010

I soliti "portoghesi"

Quattro ragazzi hanno cenato in una nota pizzeria di viale Ceccarini, a Riccione, e poi sono scappati senza pagare il conto. Il titolare del locale e alcuni suoi collaboratori li hanno inseguiti riuscendo ad acchiapparne uno che è stato battuto come un tamburo per poi essere riportato al locale dove è stato costretto, prima, a chiamare i suoi complici affinchè tornassero a pagare la propria parte e poi, data la latitanza prolungata degli stessi, a saldare da solo l'intero importo.
L'accaduto ha suscitato molto clamore e la notizia è comparsa anche sulle pagine di cronaca di qualche quotidiano nazionale. Il sindaco di Riccione è dovuto intervenire per difendere il buon nome della sua cittadina e della Riviera in generale ma anche per condannare il comportamento del ristoratore che ha voluto farsi giustizia da solo. Qualcuno, forse prefigurando un'aggravante, ha fatto notare che non è stata neanche emessa una regolare ricevuta a fronte del pagamento.
Per respingere le accuse di brutalità il ristoratore ha voluto precisare che "all'interno del locale nessuno si è permesso di toccare il giovane". Il lavoro sporco è stato fatto fuori con buona pace degli altri clienti. Insomma, non è un tipo del tutto insensibile. Anche il buon nome della categoria è stato salvaguardato: fuori dal proprio locale infatti avrebbe potuto essere scambiato per un teppista qualunque.
Nessuno ha ritenuto di chiamare i Carabinieri o la Polizia, che fosse per denunciare il mancato pagamento o l'aggressione subita dal ragazzo, in linea con l'andazzo che sta prendendo questo nostro bel paese in cui le persone hanno imparato a proprie spese che richiedere la tutela della legge e delle autorità è solo una perdita di tempo e una causa di ulteriori frustrazioni.

Com'era immaginabile, si sono subito formate diverse opinioni che hanno animato un dibattito tutt'ora aperto. Con la dismissione dei terreni demaniali (tra cui ampie porzioni dell'arenile) da parte dello stato a favore degli enti locali, i "portoghesi" sono l'argomento preferito delle discussioni di questo inizio di stagione. Non che si tratti di una novità ma qualcuno afferma che con la crisi il loro numero sia destinato ad aumentare. Nel caso qualcuno si sia domandato quale sia l'origine di questa espressione, come ho fatto io, eccola qua.

Anche qui da noi ci sono stati clienti che se la sono svignata senza pagare e non sempre alla chetichella. A parte i classici episodi di quello che fugge di notte dopo 1 o 2 giorni di soggiorno, c'è stato anche chi si è fatto una settimana o più e al momento di saldare ha avuto un "incoveniente" ma..."niente paura! Appena arrivato a casa le faccio un bonifico e mettiamo tutto a posto". O qualcosa di simile.
Che cosa volete che vi dica? Non è gentile mettere in discussione la buona fede di una persona, soprattutto se non la si conosce. D'altro canto, quanto bene si può conoscere qualcuno che s'incontra una volta all'anno?
Il fatto è che non ci sono rimedi. Non si può trattenere il cliente (sarebbe sequestro di persona), non si può trattenere il bagaglio (sarebbe appropriazione indebita) e non si può trattenere nemmeno la stizza, come dimostra il caso del ristoratore di Riccione. Si può solo sporgere denuncia alle autorità e intentare una causa per il risarcimento del danno. Il che significa: assumere un avvocato, iniziare un procedimento e, quando va bene, ottenere qualcosa con la vendita forzata dei beni (se ci sono). Potrebbero volerci degli anni. Quindi si spera sempre di prevenire le fregature perchè una volta che si verificano è troppo tardi per rimediare. Da qualche anno, anche grazie alla diffusione dei pc e di internet, gli operatori turistici si scambiano i dati degli scrocconi e sembra che stiano per partire anche iniziative istituzionali con elenchi preddisposti dalle questure.

Posso citare due casi emblematici. Il primo è quello di un cliente toscano che per diversi anni è venuto in vacanza con la fidanzata e con i genitori di lei, che pagavano tutto. Era un tipo esuberante ma si vedeva che "mordeva il freno".
Per qualche anno non lo rivedemmo più, poi tornò con la famiglia, che non era quella di prima. Aveva sposato un'altra ragazza e avevano già un bambino piccolo. Aveva "sbracato" completamente, pareva un Ceccherini con trenta chili in più.
Ogni tanto mi scroccava qualcosa da bere e quando non andava a scrocco faceva segnare sul conto (il che, come avemmo modo di constatare in seguito, era la stessa cosa).
Quando venne il momento della partenza disse che aveva dimenticato a casa il libretto degli assegni o che aveva smarrito il portafoglio, non ricordo bene. In entrambi i casi si trattava di scuse ridicole ma: 1) era nostro cliente da diversi anni 2) aveva moglie e figlio al seguito. Questo è bastato per concedergli una seconda opportunità.
Dopo che per tutto l'inverno successivo abbiamo atteso il pagamento, ci siamo decisi a ricorrere alle vie legali. Sentirsi defraudati fa piuttosto male ma sentirsi presi in giro è anche peggio. Non abbiamo ottenuto il cento per cento della cifra dovuta ma abbiamo fatto quello che andava fatto.

In un altro caso, una coppia di mezza età ha trascorso da noi una settimana e poi, al momento di pagare, ha inventato la solita scusa riservandosi di pagare una volta tornati a casa. Non l'hanno mai fatto, ovviamente, e hanno osato anche di più.
Un vecchio adagio nella tradizione del romanzo giallo recita: l'assassino torna sempre sul luogo del delitto.
L'anno seguente una nostra cliente affermò di aver visto la signora della coppia suddetta camminare per le strade del centro ed essendo a conoscenza di tutta la vicenda per avervi assistito lei stessa, la seguì fino a che la vide entrare in un hotel poco lontano dal nostro. Tornata in albergo, fece un rapporto dettagliato meritandosi uno sconto e noi ci mettemmo in contatto con l'altro albergatore per metterlo in guardia dal pericolo di una fregatura. Il collega ci fu molto riconoscente e in quattro e quattr'otto organizzammo la trappola: lui li avrebbe convocati nell'ufficio con una scusa e mio padre li avrebbe raggiunti subito dopo con una perfetta manovra a tenaglia. Quando la coppia di bari si ritrovò bloccata nella stessa stanza con due albergatori in cerca di soddisfazione, non potè far altro che arrendersi. Pagarono in anticipo il loro soggiorno nell'albergo e ci scappò qualcosa anche per noi, anche se si trattò di un rimborso più simbolico che effettivo.

Non pensate che intraprendere questo genere di iniziative sia divertente. Se ne farebbe volentieri a meno. Tuttavia, è anche peggio arrendersi alla mancanza di una vera tutela e allora uno fa quel che può e che sente giusto, con dei limiti. Se il ristoratore di Riccione si è sentito autorizzato a menar cazzotti per un conto di qualche decina di euro, cosa avremmo dovuto fare noi? Ci vuole sangue freddo così, quand'anche dovesse arrivarci tutto alla testa, ci aiuterà a sopportare meglio la calura.

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