lunedì 15 novembre 2010

Resistenza

Sono finiti i tempi in cui il lavoro stagionale permetteva di svernare occupandosi soltanto di impegni come la manutenzione delle strutture, la corrispondenza con i clienti, la promozione pubblicitaria. Spesso queste attività sono tutt'altro che marginali (ad esempio, quando si devono affrontare grandi lavori di ristrutturazione) ma vengono comunque "spalmate" sull'arco dei mesi che vanno dalla chiusura all'apertura e comportano il reinvestimento dei guadagni dell'estate. Come giustamente faceva osservare un anziano collega albergatore, incontrato in edicola l'altra mattina, i conti della stagione si fanno all'inizio di quella successiva, quando si è finito di pagare ogni spesa. Allora si può veramente giudicare come sia andata, se sia stata bella o brutta. Diciamo che, anche senza arrivare all'ultimo giorno, uno se lo immagina.
Oggi, in particolare dopo le ultime sanguinose annate, ci si deve reinventare per poter sostenere anche il più modesto tenore di vita. Insomma, chi si ferma è perduto. Lo dimostra il fatto che sempre più alberghi medio-piccoli chiudono o vengono trasformati. Molte famiglie, dopo aver fatto i loro calcoli, arrivano alla conclusione che la gestione stagionale di un hotel non è più un'attività redditizia o addirittura sufficiente per far fronte alle loro esigenze. E mollano. Una percentuale significativa delle strutture che hanno chiuso alla fine dell'estate, non riaprirà in primavera. In certi casi ci sono circostanze contingenti: i figli hanno trovato lavoro altrove per tutto l'anno, magari uno di quei lavori da mille euro al mese o poco più, ma si sentono più garantiti per il futuro (anche dal rischio di ammalarsi di esaurimento nervoso ogni anno). Questa è l'aria che tira in riviera e chiunque voglia venire qui ad annusarla se ne accorgerebbe.

Il Grand Hotel di Rimini ha annunciato che si trasformerà in albergo stagionale, non più annuale. I costi di mantenimento non sono più sostenibili e, anche se per pochi mesi all'anno, questa istituzione del turismo e della storia riminese chiuderà i battenti. E' una decisione legata alla contingenza economica quindi non definitiva. La proprietà spera di poter tornare alla gestione annuale quanto prima, sempre che si creino i presupposti. Molti hanno protestato o avanzato perplessità su questa scelta, come se il Grand Hotel, proprio in quanto simbolo di Rimini e della riviera, non potesse venir meno alla propria immagine e al proprio ruolo istituzionale nella città, nemmeno per pochissimi mesi. D'altro canto, non si può chiedere a qualcuno di sacrificarsi per tutti solo per salvare le apparenze. Perchè indossare lo smoking per cena quando viene servito solo un piatto di lenticchie? Forse è meglio scegliere una veste da camera, sobria e pulita, e mettere un pò di carne nella minestra.

A fronte di chi sceglie di accorciare la stagione, c'è chi opta per il suo prolungamento. Come quegli alberghi che si sono dotati di impianti di riscaldamento/condizionamento e decidono di restare aperti per tutto l'anno, offrendo solo il servizio di camere con o senza colazione e rassegnandosi perlopiù ad accogliere solo gli avventori del finesettimana. Fiere e congressi non bastano ancora per accontentare tutti, dato l'alto numero di alberghi presente nella zona.
E' una scelta che non sempre paga, soprattutto perchè la riviera non ha ancora intrapreso in maniera convinta la strada del turismo invernale o "fuori stagione". Qualcuno si accontenta si far pari, come si suol dire, e magari di accapararsi qualche cliente per l'estate seguente; qualcun altro non riesce a vedersi in panni diversi e quindi a reinventarsi, anche per poco, con altri mestieri; qualcun altro ancora invece sì, e si adatta a fare cose diverse. Non che si possano fare miracoli, almeno io la vedo così, oppure resistere è di per sè un piccolo miracolo.


Nessun commento:

Posta un commento