martedì 25 maggio 2010

In vacanza fino ad ottobre?

Un deputato del PdL, lo stesso che ha proposto l'istituzione di un albo dei pizzaioli, ha lanciato l'idea di ritardare l'apertura delle scuole al primo di ottobre, prolungando le vacanze estive degli studenti di due settimane. La ministra della Pubblica Istruzione Gelmini ha subito applaudito prefigurando un provvidenziale incentivo per il turismo. La proposta ha naturalmente ricevuto il sostegno di tutti gli operatori del settore, tra i quali anche le associazioni degli albergatori.

A parte il fatto che da un ministro della Pubblica Istruzione ci si aspetta che prenda a cuore le sorti della scuola e non quelle del turismo o di qualsiasi altro ambito diverso dal proprio, mi chiedo: se pensa che sia un'idea così brillante perchè non l'ha proposta lei per prima? Questo paese viene forse governato per alzata di mano? Il primo che ha un'idea, giusta o sbagliata che sia, la butta sul tavolo e poi tutti a discuterne senza la minima cognizione di causa. Bisogna inoltre fare l'inventario dei supposti benefici al turismo. Di quale turismo stiamo parlando? Limitiamoci a quello nazionale, come si vuol far credere: durante le ultime due settimane di settembre in Italia non è estate ovunque. Chi volesse scegliere il mare opterebbe per il sud, non per la Romagna, la Versilia o la Liguria. Gli stessi romagnoli, a fine stagione, se non vanno in Egitto, in Grecia o alle Canarie, si dirigono verso il nostro meridione (io stesso, anni fa, sono stato in Calabria). Ci sono anche le mete d'arte, d'accordo ma queste possono ben essere visitate tutto l'anno.
C'è anche un altro aspetto da considerare. Se si vuole incentivare il turismo rimandando la ripresa dei corsi scolastici si afferma implicitamente che i turisti dovrebbero essere i ragazzi italiani e le loro famiglie. Se si pensasse agli stranieri, il fatto che le scuole siano aperte o chiuse non farebbe la minima differenza.
Per gli studenti le vacanze durano per tutta l'estate ma i genitori che lavorano hanno solo 1 o 2 settimane di ferie, quando va bene e sempre che siano in grado di scegliere come e quando prendersele. Dubito che aspetterebbero la fine di settembre per le sospirate e agognate vacanze e se le hanno già fatte, coi tempi che corrono, un bis è molto improbabile. Infatti le associazioni delle famiglie sono subito insorte ponendo il problema di dove e a chi lasciare i figli se loro hanno già iniziato a lavorare (le baby-sitter e i centri estivi costano).

Al di là di tutto ciò, quello che più mi dispiace è assistere una volta di più al trattamento a cui è sottoposta la scuola. Questa è l'ennesima dimostrazione di quanto poco conti per la nostra classe dirigente (senza distinzione di parti) una delle istituzioni fondamentali di ogni società, che ne misura il grado di civiltà e di progresso.
Forse qualcuno penserà che sputo nel piatto in cui mangio ma io dico che, per chi fa questo mestiere, espedienti come i "Buoni Vacanze" o la scuola in ottobre sono una presa in giro. Se è tutto qui quello che questo governo riesce a fare per quella che è potenzialmente la prima industria del nostro paese...

Si vuole risollevare il turismo nazionale? C'è una sola strada da percorrere ed è quella più lunga e difficile, quella di ridare il lavoro a chi non ne ha più uno e uno stipendio adeguato a chi non arriva alla quarta settimana, se non addirittura alla terza.
E' vero che gli italiani non rinuncerebbero mai alle vacanze e in tutti questi anni l'ho constatato di persona. Ci provano sempre, in ogni modo. Se adesso certe acrobazie non riescono più, non è certo colpa delle vacanze estive, già oggi tra le più lunghe d'Europa.

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