sabato 29 maggio 2010

Per mare sulle ruote


Navigando in cerca di notizie ho trovato questo servizio e ancor prima di cliccarci sopra ho capito di cosa trattasse.
Nell'estate di qualche anno fa ho ricevuto la visita di Emilio, un ex compagno della scuola media che non vedevo da molto tempo. Avevo saputo dai giornali del suo brutto incidente in moto che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle: una macchina gli aveva tagliato la strada mandandolo a schiantarsi contro un palo di cemento, dietro l'aeroporto di Miramare (nemmeno a dirlo, l'auto non si era fermata a prestare soccorso).
Per molto tempo non seppi più nulla di Emilio fino a quella sera in cui me lo ritrovai davanti, in compagnia della sua ragazza. Mi raccontò tutto. In certi casi ci si sforza di trovare le parole giuste ma non è così facile, si rischia di ripetere le solite frasi di circostanza col risultato di generare noia o irritazione in colui o colei che ha vissuto il dramma. Quindi mi sono limitato più che altro ad ascoltare e mi sono meravigliato, oltre che compiaciuto, per la grande serenità e per la forza che dimostrava.
Dicono che quando si è colpiti da una malattia o da un trauma così gravi, si reagisca solo in due modi, abbattendosi fino alla prostrazione o trovando in se stessi nuove risorse. Si tratta senza dubbio di un'analisi troppo semplificante ma è anche vero che tutto può succedere tranne che restare se stessi.
Per Emilio valeva senz'altro la seconda ipotesi, anche se immagino che pure lui avesse, o avesse avuto, momenti di sconforto. Parlammo ovviamente delle sue difficoltà quotidiane, e il discorso arrivò anche alle vacanze. Noi avevamo da poco finito i lavori di ritrutturazione e questo aveva comportato anche l'adeguamento alle norme a favore dei disabili (o "diversamente abili", espressione secondo me ipocrita: a che serve dimostrarsi premurosi nel linguaggio se poi si è così menefreghisti nei fatti?). Ricordo che rimasi colpito da una sua considerazione su coloro che sottovalutavano l'obbligo di adeguare le strutture di accoglienza per ospitare le persone con problemi di motilità. Disse che se ci fossero più strutture riservate solo ai turisti disabili sarebbero sempre piene e potrebbero anche farsi pagare bene giacchè nella maggioranza dei casi, si tratta di persone che hanno ricevuto importanti indennizzi dalle assicurazioni e perciò senza problemi economici. Le persone con disabilità viaggiano più di quello che la gente può immaginare e non si fanno problemi a spendere se trovano i servizi e le opportunità giuste per le loro esigenze. Emilio ne parlava con cognizione di causa ma anche con distacco, rappresentando se stesso e tutti quelli nella sua situazione come consumatori alla ricerca di beni e servizi soddisfacenti.
La discussione si spostò poi su un progetto al quale stava lavorando con altre persone e che in quei giorni veniva presentato alla nuova darsena di Rimini: la costruzione di un'imbarcazione che potesse essere governata da persone con handicap fisici. Sembrava entusiasta dell'idea e io adesso mi chiedo se andasse per mare anche prima dell'incidente o se si trattasse di una delle tante sfide che ha voluto lanciare a se stesso dopo. Questo servizio celebra il successo di quell'idea. Emilio è quello con la camicia bianca e blu.


Nessun commento:

Posta un commento