Quando le cose sulla terra ferma prendono un brutto andazzo, si comincia a vagheggiare il trasloco sull'isola che non c'è. Riccione, e subito a ruota Cattolica, pensano ad un territorio nuovo e incontaminato dalle tossine della crisi e delle "solite vacanze": una piattaforma in mare aperto, a pochi chilometri dalla costa, dove poter vedere tutto sotto una diversa prospettiva.
Per la Perlaverde si tratta di un'idea di qualche tempo fa alla quale dare un nuovo impulso e qualcuno inizia a crederci davvero. Non che sia una cattiva idea, intendiamoci. Anzi, è molto affascinante e sarebbe una novità in tutta l'Europa (esempi simili si trovano solo a Dubai). L'ennesima dimostrazione che i romagnoli sono capaci di tutto. Chi poteva pensare 60 anni fa di trasformare questa striscia di dune e arbusti, che serviva soltanto a separare il mare dai campi, in un luccicante, ricco e gaudente paradiso delle vacanze? E chi avrebbe mai pensato di fare i bagni in questo mare torbido di sabbia e senza fondale? Se siamo riusciti in tutto questo potremmo ben inventarci qualche isola, anche perchè quello che c'è pare non bastare più.
Si tratta di progetti innovativi e quindi molto costosi, riservati perlopiù ad un tipo di cliente facoltoso, quello che ha uno yacht da attraccare alla marina e che può permettersi di soggiornare nell'unico (o in uno dei pochi) hotel di lusso sulla piattaforma. Ma non c'è solo questo ed è giusto rimarcarlo: la struttura servirebbe anche a produrre energia sfruttando il sole, il vento e le correnti marine, energia che verrebbe ridistribuita sulla costa con beneficio generale.
Nessuno può ancora dire quali siano i costi ma di sicuro chi se li assumerà vorrà solide garanzie per rientrare delle spese e per poter ottenere un guadagno nel futuro.
E' curioso che, da quando la riviera ha iniziato ad andare in affanno, le soluzioni proposte vadano perlopiù nella direzione del lusso, dello strabiliante, del trendy, per imitare ,e in qualche caso scimmiottare, località turistiche che hanno preso il posto della Romagna nell'immaginario collettivo degli italiani (gli stranieri più difficilmente cadono in questi tranelli, con qualche eccezione nell'Est-Europa). E così sono arrivati i campi da golf con circoli annessi, nuove darsene per imbarcazioni da diporto, locali sulla spiaggia dove si balla tutta la notte (o si cerca di farlo), centri benessere e spiagge attrezzate con lettini a due piazze. Dove non si riesce più ad attirare il cliente tradizionale, che non ha più soldi da spendere per le vacanze, ci si rivolge al cliente VIP o comunque a quello in cerca di qualcosa di più del solito tran tran. I tempi cambiano e con essi anche i santi a cui votarsi, succede ovunque.
Tuttavia, anche in questo caso, bisogna saperci fare altrimenti si finisce come Giulio Lolli, soprannominato il "pirata": non si sa bene se per merito dell'operazione che ha portato alla sua cattura, denominata Jack Sparrow, o per il fatto che vivesse su una barca con tanto di equipaggio al largo delle coste nordafricane, dopo esser fuggito con il bottino della sua truffa.
Non deve esserci la fila per comprare uno yacht se Lolli, attraverso la sua società, ne ha venduti alcuni più volte, a compratori diversi. Quelli che possono permettersi la barca ce l'hanno già, e non sono più i tempi d'oro di chi voleva premiare il proprio exploit negli affari con uno dei simboli del benessere più potenti.
Probabilmente uno come Lolli non ha abbastanza santi in paradiso se tutto il suo castello di bugie è crollato così rovinosamente. E anche la fuga non è stata troppo felice: prima ha riparato in Tunisia, forse memore dell'accoglienza che questo paese riservò a Bettino Craxi, ma un giorno cade il governo del presidente Ben Alì che è costretto a fuggire a sua volta. Questo costringe il "pirata" ad un cambio di programma e si sposta in acque libiche, così care al nostro premier per la sua solida amicizia con il rais. Inoltre, non c'è nemmeno un accordo di estradizione tra Italia e Libia quindi deve essersi sentito sufficientemente al sicuro. Invece zac! La polizia libica lo ha arrestato mentre si faceva una vasca nel centro di Tripoli.
Qualcuno potrebbe dire che Lolli non ha pregato abbastanza e, quindi, si è meritato il castigo. Oppure l'ha fatto ma i santi non l'hanno ascoltato perchè le anime disperate che si rivolgono a loro cominciano ad essere davvero troppe.
Tuttavia, anche in questo caso, bisogna saperci fare altrimenti si finisce come Giulio Lolli, soprannominato il "pirata": non si sa bene se per merito dell'operazione che ha portato alla sua cattura, denominata Jack Sparrow, o per il fatto che vivesse su una barca con tanto di equipaggio al largo delle coste nordafricane, dopo esser fuggito con il bottino della sua truffa.
Non deve esserci la fila per comprare uno yacht se Lolli, attraverso la sua società, ne ha venduti alcuni più volte, a compratori diversi. Quelli che possono permettersi la barca ce l'hanno già, e non sono più i tempi d'oro di chi voleva premiare il proprio exploit negli affari con uno dei simboli del benessere più potenti.
Probabilmente uno come Lolli non ha abbastanza santi in paradiso se tutto il suo castello di bugie è crollato così rovinosamente. E anche la fuga non è stata troppo felice: prima ha riparato in Tunisia, forse memore dell'accoglienza che questo paese riservò a Bettino Craxi, ma un giorno cade il governo del presidente Ben Alì che è costretto a fuggire a sua volta. Questo costringe il "pirata" ad un cambio di programma e si sposta in acque libiche, così care al nostro premier per la sua solida amicizia con il rais. Inoltre, non c'è nemmeno un accordo di estradizione tra Italia e Libia quindi deve essersi sentito sufficientemente al sicuro. Invece zac! La polizia libica lo ha arrestato mentre si faceva una vasca nel centro di Tripoli.
Qualcuno potrebbe dire che Lolli non ha pregato abbastanza e, quindi, si è meritato il castigo. Oppure l'ha fatto ma i santi non l'hanno ascoltato perchè le anime disperate che si rivolgono a loro cominciano ad essere davvero troppe.
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