Biblioterapia - come curarsi o ammalarsi coi libri (seconda edizione), a cura della Biblioteca civica Gambalunga di Rimini.
Incuriosito e sinceramente interessato all'argomento, mi sono iscritto al ciclo di incontri sul tema versando la quota prevista di 30 euro. Otto appuntamenti, dal 17 ottobre al 5 dicembre, ogni domenica pomeriggio alle 17,00 presso le sale della Biblioteca o dell'Istituto Musicale Lettimi.
I relatori che sono intervenuti sono perlopiù scrittori ma anche attori di teatro, filosofi, professori universitari.
Il pubblico era composto per la maggioranza da donne, età media piuttosto alta, intorno ai 50 anni. Io ero uno dei più giovani, figuriamoci! C'erano molti insegnanti (la rassegna assegnava crediti formativi). Alcune facce non mi erano nuove, infatti le avevo viste anche alle conferenze filosofiche del venerdì a Misano, organizzate dalla locale biblioteca comunale. Questo conferma il fatto che in riviera gli eventi culturali fuori stagione hanno un pubblico ristretto ma affezionato, una specie di setta i cui componenti si incontrano solo in certe occasioni. Temo che se si ritrovassero in contesti diversi nemmeno si riconoscerebbero.
Uno di loro è stato da me ribattezzato "Mario" perchè assomiglia in modo impressionante al compianto attore romano Mario Brega, comparso in memorabili Spaghetti-Western di Sergio Leone ma assurto a gloria eterna con i film di Carlo Verdone. Era proprio tale e quale, dalla mole fisica alla barba brizzolata, dalla calvizie agli occhiali, alla voce tonante, solo che era romagnolo al cento per cento.
L'avevo preso subito in simpatia anche perchè, nei dibattiti che seguivano alle lezioni dei relatori, interveniva regolarmente con domande o commenti (non sempre a proposito, a dire il vero) che toglievano tutti dall'imbarazzo del tipico silenzio che segue l'invito degli organizzatori: "e adesso diamo spazio alle domande del pubblico!". Questo, almeno fino al giorno in cui "Mario" si è prodotto in un'uscita infelice che gli ha fatto perdere molte posizioni nella griglia della mia considerazione.
Era la domenica dell'incontro con Patrizia Zappa Mulas, attrice di teatro e scrittrice, che avrebbe dovuto esibirsi in un reading , ossia una lettura ad alta voce, sul tema "Il messaggero. Un narratore senza nome".
"Mario" era seduto un paio di file davanti a me. Subito dietro di lui c'erano due ragazze molto giovani, probabilmente studentesse universitarie, che avevo visto anche in occasione di precedenti incontri. Parlavano tra loro nel modo in cui parlano di solito le ragazze di quell'età: ad alta voce, con concitazione, spesso sovrapponendosi e inframezzando le frasi con risatine e squittii scoiattoleschi. Posso capire che qualcuno potrebbe trovarle moleste ma in quell'occasione secondo me rendevano più lieve lo spirito aleggiante nella sala data la presenza di varie "mummie" e anche di una vecchia sulla sedia a rotelle in prima fila. E poi mi ricordavano i miei anni di studente universitario quindi ero in uno stato di assoluta tolleranza.
Ad un certo momento la curatrice della rassegna ha preso la parola per la consueta introduzione dell'incontro e presentazione dell'ospite. Le due ragazze hanno continuato a chiacchierare ma abbassando il volume di un paio di tacche e dopo nemmeno dieci secondi "Mario" si è girato verso di loro per ringhiare un "Basta parlare! Io voglio seguire la conferenza!" che non lasciava spazio a repliche. Infatti le due ragazze si sono "spente" di botto, come se qualcuno avesse strappato la spina dal muro.
Ha reagito come avrebbe reagito il vero Mario Brega? Non lo so. Dubito che quest'ultimo avesse mai potuto trovarsi ad un reading della Zappa Mulas, mi è sempre parso una persona interessata a cose più concrete. Però, se anche ci fosse capitato per caso, sono sicuro che si sarebbe dimostrato più bonario e più tollerante del suo sosia romagnolo. In fondo si trattava solo dell'introduzione della curatrice, non della performance dell'attrice... La mia opinione personale è che da queste parti certe iniziative sono così rare che la gente non ha modo di sviluppare la disinvoltura necessaria per godersele. Intendiamoci, "Mario" aveva ragione ma nel suo tono ho avvertito un messaggio sottinteso, quello che dice: non è cosa per voi, giovincelle, quindi abbiate riguardo per chi è davvero interessato! Quindi ho trovato l'interruzione di quel signore più fastidiosa di quella delle due ragazze. Ci si dovrebbe rallegrare quando si trovano i giovani ad eventi come questo ma forse qui ci siamo convinti che il loro posto sia nelle discoteche, nei pubs, nelle sale giochi e sui campi di calcio, tutti "recinti" in cui possono sfogare la loro esuberanza senza dar fastidio a chi ha di meglio da fare.
L'avevo preso subito in simpatia anche perchè, nei dibattiti che seguivano alle lezioni dei relatori, interveniva regolarmente con domande o commenti (non sempre a proposito, a dire il vero) che toglievano tutti dall'imbarazzo del tipico silenzio che segue l'invito degli organizzatori: "e adesso diamo spazio alle domande del pubblico!". Questo, almeno fino al giorno in cui "Mario" si è prodotto in un'uscita infelice che gli ha fatto perdere molte posizioni nella griglia della mia considerazione.
Era la domenica dell'incontro con Patrizia Zappa Mulas, attrice di teatro e scrittrice, che avrebbe dovuto esibirsi in un reading , ossia una lettura ad alta voce, sul tema "Il messaggero. Un narratore senza nome".
"Mario" era seduto un paio di file davanti a me. Subito dietro di lui c'erano due ragazze molto giovani, probabilmente studentesse universitarie, che avevo visto anche in occasione di precedenti incontri. Parlavano tra loro nel modo in cui parlano di solito le ragazze di quell'età: ad alta voce, con concitazione, spesso sovrapponendosi e inframezzando le frasi con risatine e squittii scoiattoleschi. Posso capire che qualcuno potrebbe trovarle moleste ma in quell'occasione secondo me rendevano più lieve lo spirito aleggiante nella sala data la presenza di varie "mummie" e anche di una vecchia sulla sedia a rotelle in prima fila. E poi mi ricordavano i miei anni di studente universitario quindi ero in uno stato di assoluta tolleranza.
Ad un certo momento la curatrice della rassegna ha preso la parola per la consueta introduzione dell'incontro e presentazione dell'ospite. Le due ragazze hanno continuato a chiacchierare ma abbassando il volume di un paio di tacche e dopo nemmeno dieci secondi "Mario" si è girato verso di loro per ringhiare un "Basta parlare! Io voglio seguire la conferenza!" che non lasciava spazio a repliche. Infatti le due ragazze si sono "spente" di botto, come se qualcuno avesse strappato la spina dal muro.
Ha reagito come avrebbe reagito il vero Mario Brega? Non lo so. Dubito che quest'ultimo avesse mai potuto trovarsi ad un reading della Zappa Mulas, mi è sempre parso una persona interessata a cose più concrete. Però, se anche ci fosse capitato per caso, sono sicuro che si sarebbe dimostrato più bonario e più tollerante del suo sosia romagnolo. In fondo si trattava solo dell'introduzione della curatrice, non della performance dell'attrice... La mia opinione personale è che da queste parti certe iniziative sono così rare che la gente non ha modo di sviluppare la disinvoltura necessaria per godersele. Intendiamoci, "Mario" aveva ragione ma nel suo tono ho avvertito un messaggio sottinteso, quello che dice: non è cosa per voi, giovincelle, quindi abbiate riguardo per chi è davvero interessato! Quindi ho trovato l'interruzione di quel signore più fastidiosa di quella delle due ragazze. Ci si dovrebbe rallegrare quando si trovano i giovani ad eventi come questo ma forse qui ci siamo convinti che il loro posto sia nelle discoteche, nei pubs, nelle sale giochi e sui campi di calcio, tutti "recinti" in cui possono sfogare la loro esuberanza senza dar fastidio a chi ha di meglio da fare.
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