Mister Parrucchino n.2 è tornato e pure il n.1 ha fatto il bis in riviera, anche se soltanto per pochi giorni e accompagnato da una anzichè tre matrioske. Questa volta non ha mai sfoggiato il suo copricapo mentre il signore tedesco (n.2) l'ha opportunamente indossato appena il cielo si è annuvolato. Il signor K.K. (Kafka non c'entra nulla, se anche voi lo conosceste ve ne accorgereste subito) è tornato per la sua seconda vacanza in Riviera con una soddisfazione particolare, grazie alle nuove opportunità fornite dalla formula volo+taxi che gli hanno risparmiato i disagi del viaggio in corriera.
Ha ritrovato alcuni amici e ne ha conosciuti di nuovi, soprattutto donne giovani.
Un mattino l'abbiamo visto entrare in albergo in costume e ciabatte, con un carabiniere al seguito. Dopo averci chiesto se il signore alloggiava da noi, lo ha accompagnato in camera per una verifica dei documenti. Mentre aspettavamo che tornassero, ci siamo domandati cosa potesse essere successo. L'ipotesi più accreditata è stata quella di un attacco di "mandrillite": probabilmente aveva esagerato con le avances a qualche signora (Dio non voglia a qualche ragazzina).
Il militare è sceso dopo un buon quarto d'ora, assicurandoci che era tutto a posto ma rifiutandosi di svelare i motivi della visita. Nessuno ha avuto il coraggio di chiedere spiegazioni al signor K.K. ma un paio di giorni dopo, mentre mi trovavo dietro il banco del bureau a leggere, K.K. mi si è avvicinato con circospezione e mi ha sussurrato con aria da cospiratore: " io mafioso..." e ha incrociato i polsi nella posizione dell'ammanettato. Ho riso con lui di quella battuta ma non riuscivo a smettere di provare una certa angoscia. Non ha voluto aggiungere altri particolari e io non glieli ho domandati. Qualche giorno dopo mi ha raccontato una storia di collanine e braccialetti che non ho ben capito ma che doveva riferirsi alla sua disavventura con le forze dell'ordine. Forse è stato tutto un equivoco dovuto all'eccessiva confidenza data ad una lingua che ancora non conosce a sufficienza ma che si prodiga ad imparare con un impegno ammirevole. Penso che sia sempre una buona cosa quando persone di una certa età sono animate da curiosità e intraprendenza, come nel suo caso. D'altro canto, non manca di assumere atteggiamenti propri delle persone anziane, come la moderazione a tavola (condisce l'insalata con un quartino d'acqua di rubinetto, per contrastare gli effetti nocivi di olio e sale; acqua e vino rigorosamente non di frigo), un'adeguata copertura contro il fresco (lo si è visto uscire in giacca a vento e berretta di lana appena le temperature sono scese sotto i venti gradi) e placide scorribande in bicicletta. Si è fatto conoscere un pò da tutti e gli piace che lo si chiami Carlo, all'italiana. Ha scattato decine di foto e mi aspetto che le spedisca con la sua prossima e-mail.
Ha ritrovato alcuni amici e ne ha conosciuti di nuovi, soprattutto donne giovani.
Un mattino l'abbiamo visto entrare in albergo in costume e ciabatte, con un carabiniere al seguito. Dopo averci chiesto se il signore alloggiava da noi, lo ha accompagnato in camera per una verifica dei documenti. Mentre aspettavamo che tornassero, ci siamo domandati cosa potesse essere successo. L'ipotesi più accreditata è stata quella di un attacco di "mandrillite": probabilmente aveva esagerato con le avances a qualche signora (Dio non voglia a qualche ragazzina).
Il militare è sceso dopo un buon quarto d'ora, assicurandoci che era tutto a posto ma rifiutandosi di svelare i motivi della visita. Nessuno ha avuto il coraggio di chiedere spiegazioni al signor K.K. ma un paio di giorni dopo, mentre mi trovavo dietro il banco del bureau a leggere, K.K. mi si è avvicinato con circospezione e mi ha sussurrato con aria da cospiratore: " io mafioso..." e ha incrociato i polsi nella posizione dell'ammanettato. Ho riso con lui di quella battuta ma non riuscivo a smettere di provare una certa angoscia. Non ha voluto aggiungere altri particolari e io non glieli ho domandati. Qualche giorno dopo mi ha raccontato una storia di collanine e braccialetti che non ho ben capito ma che doveva riferirsi alla sua disavventura con le forze dell'ordine. Forse è stato tutto un equivoco dovuto all'eccessiva confidenza data ad una lingua che ancora non conosce a sufficienza ma che si prodiga ad imparare con un impegno ammirevole. Penso che sia sempre una buona cosa quando persone di una certa età sono animate da curiosità e intraprendenza, come nel suo caso. D'altro canto, non manca di assumere atteggiamenti propri delle persone anziane, come la moderazione a tavola (condisce l'insalata con un quartino d'acqua di rubinetto, per contrastare gli effetti nocivi di olio e sale; acqua e vino rigorosamente non di frigo), un'adeguata copertura contro il fresco (lo si è visto uscire in giacca a vento e berretta di lana appena le temperature sono scese sotto i venti gradi) e placide scorribande in bicicletta. Si è fatto conoscere un pò da tutti e gli piace che lo si chiami Carlo, all'italiana. Ha scattato decine di foto e mi aspetto che le spedisca con la sua prossima e-mail.
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