Dal rimorchio a punti si passa a questioni più serie. Come il Capodanno Rai che quest'anno è sfumato per mancanza di fondi e che ha rappresentato un "brutto colpo per i veri poteri che contano a Rimini", riuniti in "confederazioni e congreghe" e assoggettati all'unica divinità esistente: il Turismo, declinato in modo duplice, a seconda della stagione. D'estate al mare e d'inverno in fiera. A questo punto Irdi, forse vittima della febbre da stereotipo, osa affermare che "da giugno in poi ce n'è per tutti e da 145 mila abitanti si passa a mezzo milione con i giovani figli dei contadini e operai dell'entroterra che vengono a far la stagione in ristoranti, discoteche e pescherie" (pescherie?). Magari fossero ancora quei tempi! A parte il dubbio che i contadini esistano ancora sulle nostre colline...nel caso hanno sicuramente aperto un agriturismo; e gli operai? Possono ancora permettersi di avere figli? E' già tanto se riescono a tenersi il lavoro.
Gli unici figli che si presentano per chiedere di fare la stagione sono quelli degli extracomunitari che stanno imparando la stessa lezione dei nostri nonni: si parte da zero e ogni genere di lavoro va bene per tirare avanti. I nipoti di quei nonni hanno rinunciato alla stagione già da un pezzo.
Ma il dio Turismo non può fermarsi e passa sopra a tutto, anche alla tranquillità di chi vorrebbe dormire ed è invece costretto a restare sveglio a causa della musica dei locali e alla vitalità del popolo della notte: " L'anno scorso è rimasta memorabile la battaglia con un bar della riviera che sparava musica tecno a palla fino alle cinque del mattino. I vicini hanno pianto di gioia quando il giudice ha sequestrato l'impianto stereo. Il giorno dopo, quelli del bar ne avevano uno nuovo di zecca in perfetta forma. Nuovo sequestro. Nuovo impianto e così via."
Ma non basta. " L'argomento ontologico che testimonia l'esistenza del dio Turismo è però nell'onda di merda che con le piogge d'estate plana sulla battigia." Uno scricchiolio assordante che testimonia quanto la riviera sia invecchiata o, se vogliamo, si sia trascurata in questi anni di tagli e di rinunce. Le fogne che si riempiono e che straripano sulle strade e in mare, il peggior spot della riviera dai tempi della mucillagine.
Lo sguardo si sposta in collina, ai comuni marchigiani della Valmarecchia che con referendum hanno sancito l'annessione alla provincia di Rimini e alla regione Emilia-Romagna. Guai però a chiamarli entroterra, perchè come precisa il sindaco di Pennabilli, "presuppone il punto di vista della riviera". Però pretendono di essere riconosciuti come l'alternativa allo svago marittimo e discotecaro, ed è anche giusto, nessuno lo nega.
Non poteva mancare l'accenno a San Marino, altra patata bollente di questo 2011. "Rimini divide con Chiasso il record italiano di circolazione di banconote da 500 euro". Anche in questo caso, il giornalista si dimostra poco attento rispetto agli ultimi sviluppi. Diciamo che è arrivato con qualche mese di ritardo ma lo si può perdonare. "Il sanmarinese è amorevolmente odiato perchè più ricco, perchè non paga le tasse e girerebbe col Suv anche sulle aiuole del parco pubblico, perchè è strafottente e tratta con degnazione i circo duemila italiani che ogni mattina vanno a lavorare nella sua piccola repubblica". C'è molta verità in tutto questo, com'è vero che tutti i riminesi che non sono soliti trafficare con San Marino sarebbero d'accordo nel "dichiarare guerra e spedire un battaglione di Lagunari". Però anche lassù ormai non tira una buona aria, grazie soprattutto a Tremonti. Banche, finanziarie e varie aziende sono andate fallite e per un pò ci sarà qualche strafottente in meno sulle strade della riviera. Non saranno contenti al Pepe Nero, il night club più grande della riviera, che accoglie sempre volentieri chi ha qualche banconota da 500 da spendere ai tavoli e tra i pali della lap-dance. La citazione non può mancare, così come una rapida analisi sul fenomeno della prostituzione che qui per qualche anno è stato un fatto culturale con il puttan-tour che soddisfaceva ogni tipo di offerta.. Adesso è una faccenda di ordine pubblico: chi viene sorpreso ad accostare una signorina rischia grosso, gli fanno un accertamento fiscale al volo, come se farsi una sveltina in macchina sia segno di una capacità contributiva nascosta, al pari di chi si compra il Suv o lo yacht. Non riuscendo ad ottenere la dichiarazione dei redditi dai potenziali contribuenti, hanno deciso di farsela da sè, sul posto. Ma la crisi è arrivata anche lì ed è una corsa al ribasso, come testimonia Valentina, una prostituta rumena che lavora in strada ma col cellulare: " Io prendo 50 euro in macchina e coperto, cioè col preservativo, ma quelle più giovani la danno via a 30 e anche meno...".
Che idea ci si può fare della nostra provincia dopo aver letto il servizio? Non molto buona, temo. Tuttavia, a parte qualche grossolana esagerazione e qualche imprecisione (Santarcangelo non si scrive con l'apostrofo) non si può negare che il quadro corrisponda a verità. Io non lo farò. E anche se la provincia come ente locale territoriale scomparirà, certe cose resteranno e forse peggioreranno perchè ognuno vorrà fare da sè. Quello che mi dispiace di più è vedere che perdiamo il confronto con altre province. Forse perchè nessuna di loro si è spinta tanto in alto, perciò non rischia di fare un gran tonfo al momento di cadere.
Il mio più grande rammarico è che, quando ci hanno fatto provincia, noi non lo eravamo più. Ci siamo atteggiati a metropolitani, ad internazionali, ma era più che altro una recita perchè siamo nati nei borghi e nei casali di campagna e da lì siamo scesi fino al mare. Abbiamo perso l'ingenuità dei provinciali e insieme ad essa anche l'innocenza. Non dovremmo vergognarci di tornare indietro per recuperarne un pò, soprattutto adesso che ci si deve reinventare per poter stare ancora sulla piazza. A sentire quelli che hanno girato un pò, il romagnolo vince su tutti. Sul ligure, sul toscano, sul veneto, sul siciliano, sul pugliese...Ci dicono sempre che abbiamo una marcia in più e dovremmo cercare di non perderla, anche se la strada si è fatta in salita ed è piena di trabocchetti.
Gli unici figli che si presentano per chiedere di fare la stagione sono quelli degli extracomunitari che stanno imparando la stessa lezione dei nostri nonni: si parte da zero e ogni genere di lavoro va bene per tirare avanti. I nipoti di quei nonni hanno rinunciato alla stagione già da un pezzo.
Ma il dio Turismo non può fermarsi e passa sopra a tutto, anche alla tranquillità di chi vorrebbe dormire ed è invece costretto a restare sveglio a causa della musica dei locali e alla vitalità del popolo della notte: " L'anno scorso è rimasta memorabile la battaglia con un bar della riviera che sparava musica tecno a palla fino alle cinque del mattino. I vicini hanno pianto di gioia quando il giudice ha sequestrato l'impianto stereo. Il giorno dopo, quelli del bar ne avevano uno nuovo di zecca in perfetta forma. Nuovo sequestro. Nuovo impianto e così via."
Ma non basta. " L'argomento ontologico che testimonia l'esistenza del dio Turismo è però nell'onda di merda che con le piogge d'estate plana sulla battigia." Uno scricchiolio assordante che testimonia quanto la riviera sia invecchiata o, se vogliamo, si sia trascurata in questi anni di tagli e di rinunce. Le fogne che si riempiono e che straripano sulle strade e in mare, il peggior spot della riviera dai tempi della mucillagine.
Lo sguardo si sposta in collina, ai comuni marchigiani della Valmarecchia che con referendum hanno sancito l'annessione alla provincia di Rimini e alla regione Emilia-Romagna. Guai però a chiamarli entroterra, perchè come precisa il sindaco di Pennabilli, "presuppone il punto di vista della riviera". Però pretendono di essere riconosciuti come l'alternativa allo svago marittimo e discotecaro, ed è anche giusto, nessuno lo nega.
Non poteva mancare l'accenno a San Marino, altra patata bollente di questo 2011. "Rimini divide con Chiasso il record italiano di circolazione di banconote da 500 euro". Anche in questo caso, il giornalista si dimostra poco attento rispetto agli ultimi sviluppi. Diciamo che è arrivato con qualche mese di ritardo ma lo si può perdonare. "Il sanmarinese è amorevolmente odiato perchè più ricco, perchè non paga le tasse e girerebbe col Suv anche sulle aiuole del parco pubblico, perchè è strafottente e tratta con degnazione i circo duemila italiani che ogni mattina vanno a lavorare nella sua piccola repubblica". C'è molta verità in tutto questo, com'è vero che tutti i riminesi che non sono soliti trafficare con San Marino sarebbero d'accordo nel "dichiarare guerra e spedire un battaglione di Lagunari". Però anche lassù ormai non tira una buona aria, grazie soprattutto a Tremonti. Banche, finanziarie e varie aziende sono andate fallite e per un pò ci sarà qualche strafottente in meno sulle strade della riviera. Non saranno contenti al Pepe Nero, il night club più grande della riviera, che accoglie sempre volentieri chi ha qualche banconota da 500 da spendere ai tavoli e tra i pali della lap-dance. La citazione non può mancare, così come una rapida analisi sul fenomeno della prostituzione che qui per qualche anno è stato un fatto culturale con il puttan-tour che soddisfaceva ogni tipo di offerta.. Adesso è una faccenda di ordine pubblico: chi viene sorpreso ad accostare una signorina rischia grosso, gli fanno un accertamento fiscale al volo, come se farsi una sveltina in macchina sia segno di una capacità contributiva nascosta, al pari di chi si compra il Suv o lo yacht. Non riuscendo ad ottenere la dichiarazione dei redditi dai potenziali contribuenti, hanno deciso di farsela da sè, sul posto. Ma la crisi è arrivata anche lì ed è una corsa al ribasso, come testimonia Valentina, una prostituta rumena che lavora in strada ma col cellulare: " Io prendo 50 euro in macchina e coperto, cioè col preservativo, ma quelle più giovani la danno via a 30 e anche meno...".
Che idea ci si può fare della nostra provincia dopo aver letto il servizio? Non molto buona, temo. Tuttavia, a parte qualche grossolana esagerazione e qualche imprecisione (Santarcangelo non si scrive con l'apostrofo) non si può negare che il quadro corrisponda a verità. Io non lo farò. E anche se la provincia come ente locale territoriale scomparirà, certe cose resteranno e forse peggioreranno perchè ognuno vorrà fare da sè. Quello che mi dispiace di più è vedere che perdiamo il confronto con altre province. Forse perchè nessuna di loro si è spinta tanto in alto, perciò non rischia di fare un gran tonfo al momento di cadere.
Il mio più grande rammarico è che, quando ci hanno fatto provincia, noi non lo eravamo più. Ci siamo atteggiati a metropolitani, ad internazionali, ma era più che altro una recita perchè siamo nati nei borghi e nei casali di campagna e da lì siamo scesi fino al mare. Abbiamo perso l'ingenuità dei provinciali e insieme ad essa anche l'innocenza. Non dovremmo vergognarci di tornare indietro per recuperarne un pò, soprattutto adesso che ci si deve reinventare per poter stare ancora sulla piazza. A sentire quelli che hanno girato un pò, il romagnolo vince su tutti. Sul ligure, sul toscano, sul veneto, sul siciliano, sul pugliese...Ci dicono sempre che abbiamo una marcia in più e dovremmo cercare di non perderla, anche se la strada si è fatta in salita ed è piena di trabocchetti.
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