Con un atto definito "di buon senso", è stato prorogato il termine per presentare i requisiti minimi per accedere alla proroga degli adeguamenti alla normativa antincedio per gli alberghi (dicembre 2013). Tali requisiti avrebbero dovuto essere realizzati entro il mese di luglio, ora si andrà al 31 di ottobre.
Gli albergatori possono tirare un sospiro di sollievo? O prendere una boccata per prolungare l'apnea? Personalmente, sono per la seconda ipotesi.
Si parla di più di 400 alberghi in riviera (su 2700) che ancora devono adeguarsi alle misure antincendio previste dalla leggi italiane e comunitarie. So di strutture che non hanno mai fatto nulla al riguardo, soprattutto piccoli alberghi, che si troveranno ad affrontare una rivoluzione. Per molti sarà la fine. Di quei 400 prevedo che un buon 30 per cento chiuderà definitivamente i battenti alla fine di questa stagione. Forse qualcuno ha già deciso e si appresta ad iniziare come se fosse l'ultimo viaggio prima di mettere la nave in rimessa. Dover affrontare investimenti del genere in questi tempi, alla fine di una stagione che si preannuncia critica, farà la differenza tra il vivere e il morire. In pratica, si chiede ai topi di salire sull'arca insieme ai gatti per salvarsi dal diluvio incombente. Non si morirà affogati ma si passerà il tempo a cercare di fuggire dalle grinfie feline, in un ambiente senza vie di fuga. Se si sale a bordo che garanzie si hanno di recuperare l'investimento, pagare tutte le altre spese, lavorare di più, prima che arrivi il tracollo?
E dire che, da quanto posso ricordarmi, gli incendi negli alberghi della riviera sono stati pochissimi, soprattutto quelli di una certa gravità. Ci sono alberghi a Roma, Parigi, Londra, Madrid, che appena ci metti piede, capisci di essere spacciato se dovesse accadere qualcosa: legno fradicio, carta da parati intrisa di colla, mancanza di uscite di sicurezza, corridoi angusti e un 'espressione sulle facce del personale che dice: "amico, non contare su di me". Però si trovano in palazzi antichi, del Settecento o dell'Ottocento, e toccarli non si può.
Non voglio dire che non si debbano prendere le adeguate misure per eliminare o ridurre i rischi per la sicurezza delle persone negli alberghi e in generale negli ambienti pubblici. Credo anzi che si debba fare tutto il possibile. Noi abbiamo iniziato ad intervenire diversi anni fa e, anche se non abbiamo finito, siamo a buon punto. Però è stata una mazzata i cui effetti si fanno ancora sentire perchè si sommano a quelli della crisi, del cambiamento avvenuto nel settore del turismo nazionale e internazionale (ad esempio, i voli low-cost), dell'avvento dell' euro.
Se è compito delle aziende lavorare per essere sempre competitive, assumendose anche i relativi oneri, è compito dello stato creare le condizioni affinchè questa competitività possa dispiegarsi pienamente. Senza prospettive di crescita è difficile affrontare passi così impegnativi.